Era il 18 marzo del 1960 quando la categoria prese ufficialmente forma per portare avanti, unita, le lotte delle lavoratrici e dei lavoratori del terziario, del turismo e dei servizi. 
Un percorso di avanzamenti e conquiste, durante il quale la Filcams è cresciuta, fino ad arrivare ai 600mila iscritti di oggi.
Un percorso importante che il 18 marzo 2025, la Filcams ha voluto ricordare e celebrare insieme a tanti partecipanti, compagnə, amicə, segretarə che hanno guidato la categoria, gli attuali segretarə confederali, di altre categorie e di Fisascat Uiltucs e Uiltrasporti e tanti ospiti che hanno portato il loro contributo al dibattito.
“La memoria che dobbiamo coltivare riguarda una storia, la nostra, in realtà ben più lunga di 65 anni perché inizia nella seconda metà del diciannovesimo secolo. Sono stati sessantacinque anni di lotte, di partecipazione, di vertenze contrattuali mai facili, mai scontate. Come quelle che abbiamo concluso nel 2024, firmando 13 contratti nazionali, dopo anni di difficoltà e di ostacoli non certo tutti superati” ha affermato Fabrizio Russo segretario generale della Filcams Cgil. 
“Ora, è necessario aprire una nuova stagione di rivendicazioni e di diritti, confrontandoci con le istituzioni e con la politica, è necessario aprire nuovi versanti di negoziazione anche coinvolgendo le controparti, è necessario aprire una grande vertenza del terziario che entri realmente nel merito della qualità dell’occupazione nei nostri settori.”
Tra gli ospiti che si sono alternati sul palco, il primo è lo scrittore Stefano Massini: “Anche se, nel nostro immaginario, il miglioramento della tecnologia ci può far pensare che andremo sempre meglio, stiamo rischiando un’involuzione. Sempre di più gli uomini e le donne, sui posti di lavoro e nei posti di lavoro, rischiano di essere le componenti marginali, sempre di più sono visti per quello che costano e non per quello che danno.” 
“Ci sono ancora praterie immense di diritti da ottenere per chi vive il diritto come un lusso, dobbiamo cercarli, includerli e non dobbiamo rassegnarci. C’è bisogno di un nuovo umanesimo, che può sembrare anacronistico, ma è la cosa più bella: una lotta di resistenza che ogni giorno dobbiamo combattere sui posti di lavoro.”
A sorpresa, anche Elly Schlein ha voluto portare il suo saluto alla platea di funzionari e delegati sottolineando come il Governo cancelli la realtà, evitando sistematicamente di parlare di precarietà e di lavoro povero. “Per questo – ha detto la segretaria del PD – siamo al vostro fianco nel pieno appoggio ai referendum dell’8 e 9 giugno, convinti di portare la gente a votare cinque sì per restituire dignità alle persone e per cambiare il mondo del lavoro”.

Perché l’arte come mestiere? È il contributo di Riccardo Falcinelli, graphic designer: “L’arte è un lavoro: anche se le attività artistiche hanno dei confini sfumati, l’arte è un lavoro che deve essere riconosciuto, in una società mossa solo dalle logiche dell’industria per un lavoro fisico e materiale.”
Spunti di riflessioni importanti, così come la riflessione dello scrittore Gianrico Carofiglio: “Le parole hanno il potere di modificare il mondo, con le parole giuste possiamo fare tante cose, e se abbiamo ragione, ma non abbiamo le parole per raccontarle, è come se non avessimo ragione.”

Il pomeriggio è stato condotto da, Serena Dandini che, nella seconda parte, ha intervistato tre lavoratrici dandogli spazio per raccontare la loro esperienza sindacale. 
“Ho scelto di essere sindacalista quando mi sono resa conto che le aziende d’appalto attraverso il part time sfruttavano il lavoro dei dipendenti. Rispetto a chi è a tempo pieno, queste lavoratrici e questi lavoratori non potevano essere lasciati indietro” ha affermato Chiara Germini, delegata Filcams in una società di servizi amministrativi Roma. 
“Mi sono avvicinata al sindacato perché non sopporto le ingiustizie” così Chiara Gobbo delegata di un’azienda di servizi per la salute ha risposto alla domanda della conduttrice “arrivo da una famiglia agricola, dove i miei genitori lavorano da una vita senza diritti e tutele. Io mi considero tutto sommato una lavoratrice privilegiata, a tempo pieno; ma sono convinta che soprattutto noi, dalla nostra posizione dobbiamo lottare per i diritti di tutti, delle figure più fragili.”
“Ho abbracciato l’attività sindacale come una sorta di riscatto personale” ha affermato Soufia Ayshad, delegata McDonalds Milano: “I miei genitori lavorano in nero da sempre, nelle pulizie mia madre e come muratore mio padre. Ho visto cosa voglia dire lavorare senza diritti, per questo mi sono sempre data come obiettivo quello di non accettare condizioni di lavoro prive di tutele. 
Negli ambienti di lavoro i comportamenti e il linguaggio sono spesso sessisti, le donne sono considerate meno degli uomini. Fortunatamente però dove lavoro ci sono donne anche nei ruoli di vertice, e il fenomeno è limitato.”
Tra gli ultimi interventi esterni, la storica Michela Ponzani che ha posto l’accento sull’importanza di lottare e resistere: “C’è una generazione che ci ha insegnato cos’è la resistenza. È stato un progetto politico per la Repubblica, un impulso al dissenso, un filo rosso per tutti i combattenti, ha creato nuove forme di partecipazione e autogoverno. E le donne sono andate incontro alla loro libertà.

La giornata è stata conclusa dall’intervento di Maurizio Landini, segretario generale Cgil.
“L’umanità del lavoro è prendersi cura degli altri, è un’idea di libertà diversa, è un sentimento di solidarietà, una solidarietà nella quale quelli che stanno meglio si battono per quelli che stanno peggio. È mettere al centro le condizioni delle persone che lavorano, dargli la possibilità di realizzarsi, discutere della qualità del loro lavoro. E il referendum è un passo in questa direzione, una lotta per far crescere la democrazia nei posti di lavoro, per dare un senso alle nuove generazioni, e insieme possiamo fare bene.”

A fare da cornice all’evento una splendida mostra multimediale "Oltre il tempo" che ha raccontato le lotte e le battaglie della Filcams di oltre 100 anni, a partire dalla fine dell’800 fino ai nostri giorni. 
Un viaggio attraverso oltre un secolo di impegno e di conquiste, con un occhio sempre rivolto al fu¬turo del lavoro, alla tutela delle nuove generazioni di lavoratrici e lavoratori e all’Umanità del Lavoro.