Sbarca in Lombardia il tour Filcams “Mettiamo il turismo SottoSopra” toccando in questi giorni le principali località turistiche della provincia di Brescia.
Nel capoluogo, l’ufficio mobile allestito in un camper, ha portato gadget e materiali informativi della campagna sul turismo stagionale a tanti operatori, dai pubblici esercizi agli operatori museali. Con lavoratrici e lavoratori segretari e funzionari Filcams hanno parlato di contratto nazionale di lavoro, modalità di assunzione, tutele, diritti.
Il tour lombardo parte da Brescia, che insieme a Bergamo è capitale della cultura 2023, e che nei primi mesi dell’anno ha già fatto registrare numeri da record su arrivi e presenze arrivando a superare i già ragguardevoli risultati del 2019, ultima stagione piena pre-pandemia.
In termini di “quantità”, quindi, il lavoro ha recuperato quanto perduto negli anni del Covid; non ha recuperato nulla invece (e anzi è forse peggiorato) in termini di “qualità”: tra tutti i nuovi contratti di lavoro solo il 9% è a tempo indeterminato e ben il 77% è a termine, stagionale o a tempo determinato, spesso part time. La precarietà continua a farla da padrona, in un settore che, invece, richiederebbe continuità, con personale specializzato e retribuito il giusto per garantire servizi ottimali al turista che sceglie il Bel Paese per le proprie vacanze.
La tappa di Brescia è stata anche occasione per incontrare le istituzioni locali e le parti datoriali e iniziare con loro a confrontarsi su quale prospettiva lavorare insieme per rendere davvero il comparto del turismo competitivo e traino dello sviluppo del territorio.
“Con questa iniziativa – ha detto Roberta Griffini, di Filcams Lombardia – vogliamo sollecitare tutte le istituzioni, le parti sociali coinvolte nel settore turismo ad avviare un vero e proprio dialogo, un confronto concreto per discutere di un nuovo modello occupazionale di turismo che rimetta al centro la qualità del lavoro. Nel territorio lombardo purtroppo finora questo confronto non si è mai attivato, ma noi riteniamo doveroso farlo perché bisogna assolutamente invertire questa tendenza. Reputiamo che la qualità del lavoro, la professionalità e il modo in cui si lavora in un settore così strategico per il nostro territorio sia di fondamentale importanza anche per avere un servizio da offrire ai visitatori che sia all’altezza”.
Dal dibattito è emerso che non servono ricette particolari, serve soprattutto rimettere al centro dell’attenzione il lavoro: lavoro regolare, dignitoso, stabile, con il riconoscimento delle professionalità e delle competenze, coltivate dalla formazione sia scolastica che continua in costanza di lavoro. Per eliminare la precarietà del lavoro a termine, soprattutto nelle città d’arte e nel turismo culturale in genere, serve “destagionalizzare” l’attrattiva turistica, creare le condizioni per rendere tutto l’anno le città appetibili culturalmente, provando a convincere le parti datoriali che a quel punto la regolarizzazione del personale è da preferirsi ad un continuo turn-over di dipendenti a scadenza stagionale.
A confrontarsi sui temi del lavoro, con gli interventi moderati dal segretario generale Filcams Cgil Brescia Luca Di Natale, sono intervenuti: Monja Caiolo (segretaria nazionale Filcams Cgil); Roberta Griffini (segretaria Filcams Cgil Lombardia); Andrea Poli (assessore alle Attività Produttive, al Turismo, all'Innovazione sociale ed economica e alla Transizione digitale del Comune di Brescia); Guido Malinverno (Sindaco di Desenzano); Emanuele Moraschini (Presidente Provincia di Brescia); Carlo Massoletti (Presidente Confcommercio BS); Stefano Boni (Direttore Confesercenti BS); Mattia Rebessi (segretario Studenti Per - UDU Brescia); Roberto Mazzà (SL&A Turismo e Territorio).
Particolarmente interessante la chiave di lettura data dal segretario di UDU ai problemi del settore. “La Lombardia è prima regione per numero di universitari in Italia – ha detto Mattia Rebessi – con una forte presenza di studenti fuorisede che devono affrontare, oltre alla lontananza da casa, altri aspetti quali gli affitti, gli spostamenti e il generico costo della vita nelle città universitarie. Lo studente lavoratore è una figura in aumento, perché le borse di studio non bastano e i ragazzi sono costretti a lavorare in nero o addirittura a rinunciare agli studi. A Brescia ci sono tantissimi lavoratori in nero o part time che impiegano più tempo a completare gli studi, tendenza che in Europa è diametralmente opposta”. Sui tempi di vita, lavoro e studio Rebessi dice: “Un universitario ha 2 o 3 sessioni all’anno e potrebbe lavorare al di fuori delle lezioni tra una sessione e l’altra, ma in realtà non è fisicamente possibile lavorare e studiare in quel mese e mezzo. Da questo punto le università telematiche stanno guadagnando studenti, perché permettono una reale possibilità di poter intersecare studio e lavoro. Bisogna agevolare lo studio, sia attraverso la possibilità di frequentare in DAD ma soprattutto per riuscire a non strappare lo studente dal proprio territorio di origine, nonostante l’offerta formativa li costringa a partire. Siamo volenterosi di lavorare, ma quasi sempre ci viene offerto un salario osceno, non solo per i giovani”.
Sull’importanza dello studio e della formazione si è invece soffermato Roberto Mazzà, ricercatore dello studio SL&A Turismo e Territorio, che per Filcams redige un osservatorio periodico sul settore.
“La formazione è fondamentale – ha detto Mazzà – e su quello bisogna investire, perché se riprendiamo i numeri della Lombardia vediamo che abbiamo una fiorente industria alberghiera. Il comparto è cresciuto e questo è importante, perché se l’offerta punta all’alta gamma, i servizi devono essere garantiti da personale in grado di rispondere a questa domanda di altissima qualità. Non ci si può permettere, come è successo a livello nazionale nel 2022, che il 35% dei lavoratori assunti siano arrivati in sostituzione di altri lavoratori, senza la possibilità di formarli adeguatamente. Va fissato una volta per tutte che è il lavoro che fa il turismo”.
Un passaggio delicato, ma fondamentale per un cambiamento di prospettiva, è legato al rinnovo dei contratti di lavoro. “L’intera filiera del turismo – dice la segretaria nazionale Monja Caiolo – è regolata da otto contratti di lavoro, scaduti ormai da troppo tempo. Questo significa salari e diritti al palo, con lavoratrici e lavoratori in estrema difficoltà con stipendi ben al di sotto della recente spinta inflazionistica che ha fatto schizzare i costi, tutti, di sostentamento delle famiglie. Il rinnovo dei contratti aprirebbe le porte a una qualità del lavoro più dignitosa, umanizzata”.
“Come Filcams puntiamo ad un Turismo più responsabile e sostenibile – ha concluso Caiolo – dal punto di vista occupazionale, economico-sociale e ambientale. Un modello di Turismo, quindi, che capovolge, sovverte e mette sotto sopra gli schemi attuali, soprattutto quello occupazionale, rimettendo al centro lavoro, la qualità dell’occupazione e la sostenibilità delle condizioni di lavoro.”
Dopo Brescia il tour del camper proseguirà il 23 giugno a Sirmione, il 24 a Desenzano, il 25 a Salò.