Il 4 marzo il Colosseo sarà circondato dal grande abbraccio delle lavoratrici e dei lavoratori del Turismo: in tanti si daranno appuntamento a Roma alle ore 14 per stringersi con un flashmob intorno all’Anfiteatro Flavio per ricordare che è necessario proteggere il nostro inestimabile patrimonio, rilanciare il turismo e tutelare il lavoro di chi ha contribuito a rendere questa industria un’eccellenza riconosciuta in tutto il mondo.
Arriveranno nella capitale, oltre che le lavoratrici e i lavoratori del Lazio, anche dalla Toscana, Marche, Umbria, Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Basilicata e Calabria.
In ogni parte d’Italia, sono diverse le crisi aziendali del settore alberghiero e le procedure di licenziamento collettivo avviate da nomi noti: Majestic, Cicerone, Sheraton, Ambasciatori Palace e tanti altri, che lamentano cali di presenze e di fatturati. Situazione che fa il paio con il calo dei consumi e il caro bollette che potrebbero far impennare l’indice delle chiusure delle attività, con inevitabili ripercussioni sulle condizioni occupazionali di migliaia di addetti della filiera turistica.
In segno di solidarietà per i drammatici fatti che stanno accadendo in Ucraina, la Filcams, Fisascat e Uiltucs e i delegati e le delegate indosseranno il fiocco della pace.
In contemporanea con il flashmob nazionale a Roma, la mobilitazione si svolgerà anche al Ponte di Rialto a Venezia, al Parco Federico Fellini di Rimini, al Teatro Massimo di Palermo e al Bastione Saint Remy a Cagliari.
Per tutti l’appuntamento è alle 14: “Rilanciamo il Turismo, Tuteliamo il lavoro, Proteggiamo il nostro patrimonio, Insieme”.
Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs saranno al fianco delle lavoratrici e dei lavoratori presenti a Roma, che rappresenteranno simbolicamente tutte le aree professionali della filiera - dall’accoglienza all’organizzazione e intermediazione viaggi, dalla ristorazione commerciale e collettiva ai comparti termale e balneare, ai poli museali, ai luoghi della cultura, alla fieristica e convegnistica – duramente provate da due anni di pandemia e di chiusure e ora nuovamente destabilizzate dalle tensioni legate al conflitto in atto in Europa.