La stagione turistica invernale si stava organizzando per una buona partenza, ma con l’allarme della variante Omicron e il forte aumento dei contagi che sta colpendo in particolare proprio alcuni dei territori d’elezione della vacanza sciistica, entusiasmo e prenotazioni hanno fatto passi indietro.
Non si tratta di una regressione generalizzata, ma come sempre più spesso accade, di un movimento rapsodico, trainato dall’incertezza e dall’attesa degli eventi.
I sondaggi realizzati da Ipsos sulla popolazione italiana diffusi tra fine novembre e inizio dicembre restituiscono un quadro ancora lontano dai fasti pre Covid, ma presentano dei dati incoraggianti. “Ci dicono in sostanza che gli italiani per un 20% circa non si muovono per paura, ma che in una certa quantità si sono spostati per il ponte dell’Immacolata e che sono il 63% quelli pronti a viaggiare nel primo semestre del 2022 - spiega Stefano Landi, presidente di SL&A Turismo e Territorio – ma questo è un dato che riguarda la domanda potenziale, che cosa poi si troverà di fronte questa domanda bisogna ancora vederlo. Non ci sono certezze, come dimostra in questi giorni l’Alto Adige, fino a un mese fa tra le mete predilette e adesso una delle zone più critiche d’Italia”.
Sul fronte degli alberghi poi alle emergenze territoriali si somma, precisa Landi, la tendenza della vacanza invernale italiana ad essere ancora dominata, come accaduto per quella estiva, dall’utilizzo delle abitazioni: oscillano tra il 30 e il 40% i vacanzieri che si spostano in case di proprietà, di parenti o amici.
Ma le prospettive peggiori sono quelle che riguardano l’estero, sia in entrata sia in uscita. “I movimenti in ingresso potrebbero ancora tenere, come è accaduto in estate – nota Landi – perché l’Italia ha fama di paese sicuro, come ha confermato recentemente anche Angela Merkel, ma ad essere bloccato è il flusso opposto: agenzie e tour operator non stanno vendendo viaggi all’estero, non ce la fanno. Il sondaggio Ipsos dice che solo il 7% andrà in agenzia a prenotare viaggi a lungo raggio o crociere. Le agenzie sono il comparto che sta soffrendo di più”.
Gli italiani ripiegano più facilmente, ancora una volta, sulle destinazioni dove si sentono più sicuri, che non comportano grossi problemi di spostamento e, come abbiamo detto, dove possono usufruire di una casa propria.
Gli spostamenti extra continentali appaiono critici anche in entrata. “Le curve di ripresa sono molto peggiori delle nostre – ricorda Landi – in Europa la media dei vaccinati a ciclo completo è intorno al 63%, in Asia è ferma al 38%. In definitiva è difficile ricavare un dato medio generale, non possiamo dire in modo netto che vada tutto male o tutto bene, ci sono elementi diversi per diverse aree del panorama turistico: certamente la media non sarà mai favorevole se comparata ad annate come il 2019, però all’interno troviamo delle differenze importanti, come è avvenuto questa estate, con le località di mare che sono andate benissimo e le città d’arte che non sono ancora riuscite a ritrovare i grandi gruppi di lungo raggio, ma flussi di turisti italiani ed europei che si sono fermati di meno e non hanno riempito gli alberghi come prima”.
Il paesaggio resta quindi frammentato e incerto anche per questa stagione, ma “se riuscissimo a mantenerla in piedi, con il rispetto delle regole – conclude Landi – avremmo una ripresa importante, perché la domanda c’è”.
Ed il tema del rispetto delle regole, complessivamente inteso, è quello su cui si sofferma Fabrizio Russo, segretario nazionale Filcams con delega al Turismo, che evidenzia come in un contesto di forte indeterminatezza sia prioritario per il sindacato garantire, per i milioni di lavoratori diretti e indiretti della filiera, certezze tanto sul versante della salute e della sicurezza quanto su quello della salvaguardia occupazionale e dei diritti.
Per il segretario “gli ultimi dati relativi alla diffusione del virus, soprattutto con l’approssimarsi delle festività, non ammettono disattenzioni o sottovalutazioni di cui i lavoratori sarebbero i primi a subire le conseguenze; da questo punto di vista la vigilanza deve essere massima in una fase di inevitabile intensificazione anche delle attività turistiche”.
“Preoccupano i tempi della ripresa - continua Russo - senz’altro più dilazionati rispetto al previsto e in assenza delle stesse misure che hanno consentito, nel biennio della pandemia, di limitare gli effetti della crisi senza precedenti che ha coinvolto Turismo e Cultura; proroga degli ammortizzatori in deroga e del blocco dei licenziamenti e riforma degli ammortizzatori continuano ad essere strumenti imprescindibili per tutelare l’occupazione e salvaguardare professionalità senza le quali la ripresa non sarebbe sostenibile”.
“E ancora - conclude il segretario - al di là dei termini di attuazione del PNRR e della necessità di avviare quanto prima un confronto con il Governo, il tratto distintivo del nuovo modello di Turismo post Covid, per quanto ci riguarda, non può che essere rappresentato dall’osservanza delle leggi e dall’applicazione di Contratti Nazionali regolari: dal rispetto delle regole, appunto”.