Sciopero Carrefour Italia: alta partecipazione. L’azienda in crisi anche a livello europeo
Molti i punti vendita messi in crisi dalla mancanza di personale, costretti alla chiusura anticipata (Casoria di Napoli, Capodrise di Caserta e l’ Iper di Lecce) o alla sostituzione delle cassiere assenti con capireparto o responsabili del personale.
L’azienda, con una comunicazione alla stampa, ha più volte riconfermato, sia il venerdì prima dello sciopero che il giorno stesso, la propria disponibilità al dialogo con i sindacati specificando, come si legge in una nota, “che si è trovata costretta alla disdetta del contratto integrativo aziendale “dopo un lungo periodo di negoziazione con le rappresentanze sindacali che non ha prodotto alcun risultato” e dopo “non aver ricevuto risposte concrete per affrontare la crisi”.
“È stata una trattativa difficile e complessa, in cui l’azienda ci chiedeva di discutere del contratto integrativo, della crisi e dei problemi occupazionali” spiega Franco Martini segretario generale della Filcams Cgil Nazionale “nonostante tutto, dopo aver analizzato la situazione, abbiamo fatto proposte concrete e alternative sugli argomenti in discussione e non siamo stati noi a interrompere i rapporti.”
In una fase complessa della trattativa, durante la quale si imponeva una verifica sulle prospettive di tenuta occupazionale e di validità del piano industriale, infatti, è stata Carrefour ad interrompere il rapporto con la disdetta del contratto integrativo aziendale togliendo tutti i diritti ai lavoratori.
“Non c’è dialogo e non ci può essere nessuna trattativa dopo atti cosi gravi e soprattutto unilaterali” prosegue il segretario “l’azienda ha dimostrato di non essere interessata a trovare soluzioni comuni. Le trattative potranno riprendere "qualora l'azienda revochi la disdetta del contratto integrativo aziendale”.
Il problema di Carrefour Italia, in realtà, fa parte di una crisi più generale che sta colpendo l’azienda in più parti d’Europa, tanto che la Filcams ha già segnalato la situazione anche al sindacato europeo, la Uni Global Union.
Anche Spagna, Francia e Belgio stanno facendo i conti con un piano di ristrutturazione aziendale carente e caratterizzato da rapporti sindacali pessimi.
“Abbiamo voluto sottoporre la questione all’Uni “spiega la Filcams “per aprire un dialogo e un confronto a livello europeo, per trovare una strategia comune risolutiva che salvaguardi l’occupazione e tuteli prima di tutto i lavoratori, visto che l’azienda ha sviluppato un piano di ristrutturazione per affrontare la crisi che coinvolge anche le altre nazioni”.