7 marzo 2013


8 marzo, il futuro? È un lavoro per donne

Vorremmo che questo 8 marzo 2013 fosse dedicato al Lavoro. Il Lavoro delle Donne ma soprattutto il Lavoro per le Donne.
La disoccupazione femminile ha raggiunto livelli impensabili. Sono ancora tante, troppe le donne che dopo la maternità lasciano il posto di lavoro, rinunciano alle proprie legittime aspirazioni di affermazione personale.
Sono invece ancora poche troppo poche le iniziative reali volte a modificare quello che è nel 2013 un problema culturale prima ancora che occupazionale.
La riforma Fornero ha introdotto un paio di interventi spot ( il giorno di congedo obbligatorio per il papà, la possibilità di permutare il congedo parentale in voucher per asili e servizi di babysitteraggio) che non spostano di una virgola il problema della conciliazione lasciando in capo alla madre la scelta non certo facile di dover decidere se “appaltare” la cura del bambino a “terzi” o rinunciare al lavoro.
In compenso la riforma della previdenza associata all’abuso dell’utilizzo del part time, condannerà le lavoratrici a lavorare sempre di più, mettendo a rischio la propria salute, per ricevere quando sarà, una pensione da fame.
Eppure un investimento deciso per sostenere l’occupazione femminile, per creare nuovi posti di lavoro avrebbe un effetto importante su tutta l’economia del paese determinandone il rilancio.
Se di Sviluppo si deve parlare, non si può ipotizzarlo senza investire sulle donne.
Ma non è solo sulla “quantità” del lavoro che si deve puntare. Bisogna avere il coraggio di riportare al centro del dibattito la “qualità”.
Una battaglia difficile quella della qualità come la recente vicenda Mc Donald’s ci ha insegnato: un paese in ginocchio costretto ad applaudire chi promette uno stipendio ogni mese!
Per non parlare poi delle liberalizzazioni degli orari commerciali, l’unica riforma pienamente riuscita del Governo Monti, quella più inutile e dannosa, pagata da centinaia di migliaia di lavoratrici, costrette a orari impossibili per stipendi che raramente arrivano a toccare i 1000 euro al mese.
Di donne si continua a parlare solo nei casi sempre più frequenti di violenza spesso domestica. Dei problemi della loro vita quotidiana, del loro coraggio e dei loro sogni mai. Le donne arrivano agli onori della cronaca per incresciosi episodi che ci narrano storie da medioevo.
La Filcams CGIL continuerà le sue battaglie perché tutto questo cambi. A partire dalla contrattazione, arrivando alla mobilitazione, e con il contributo e la passione irrinunciabili delle tante compagne che quotidianamente nelle strutture come nei posti di lavoro, nonostante tutto, continuano a crederci.
Non ci si può accontentare di sperare in un mondo migliore, bisogna, ora più che mai, avere la forza di pretenderlo.