“Siamo di fronte a un atto di una gravità assoluta che la dice lunga su quanto i lavoratori a stagione siano poco considerati e ancor meno rispettati. Piuttosto che preoccuparsi della mentalità chiusa dei suoi clienti, questo imprenditore avrebbe fatto bene a preoccuparsi dell'inquietante ristrettezza delle sue vedute”. Così Cristian Sesena, della segreteria Filcams nazionale, commenta la decisione di un albergatore di Cervia che si è rifiutato di assumere un cameriere di pelle nera, giustificandosi con il fatto che la sua clientela non avrebbe gradito personale di colore in sala. “Mi dispiace Paolo ma non posso mettere ragazzi di colore in sala qui in Romagna la gente è molto indietro con mentalità scusami ma non posso farti venire giù ciao”. Eccolo il testo del messaggio rilanciato dalla Filcams di Ravenna e diventato ormai un caso nazionale. "Ma non finisce qui", fanno sapere i responsabili sindacali della riviera ai quali il giovane milanese si è immediatamente rivolto per denunciare l'accaduto: è infatti già pronto il ricorso alle vie legali “per una gravissima discriminazione razziale”. “Nell'estate dei record d'incassi per i ristoratori – aggiunge Sesena – in molti si sono dilettati a parlare di camerieri e bagnini, spesso non conoscendo la realtà di un lavoro fatto di precarietà, ricatti e sfruttamento. Sarebbe forse il caso ora, a partire da Gramellini che in un suo 'Buongiorno' aveva lasciato intendere che i giovani d'estate non vogliono sacrificarsi, di dedicarsi al caso di certa imprenditoria di settore che tanto danno fa, con la sua miopia, a un settore strategico come quello del turismo”. La Filcams, con la campagna "Conosci le tue carte" promuove informazione e  quindi  consapevolezza dei propri diritti tra i lavoratori e le lavoratrici stagionali del turismo. Nonostante un trend positivo rispetto agli anni passati, l’occupazione nei settori dell’accoglienza e della ristorazione deve misurarsi con la precarietà generata da forme di assunzione precarie e irregolari. L’invito a tutti i lavoratori è di informarsi sulle proprie condizioni di lavoro, per non farsi sfruttare e per rivendicare appieno diritti inespressi.