Dobbiamo registrare, con grande disappunto, come si stia perdendo l'occasione di adeguarsi agli standards europei in materia di diritti civili,  sacrificati  ancora una volta sull'altare di logiche di parte e giochi di palazzo che poco davvero hanno a che fare con l'interesse dei cittadini. L'epilogo del ddl Cirinna ampliamento riveduto al ribasso, senza step child adoption e obbligo di fedeltà, delude la legittima aspettativa di tanti italiani  che attendevano una risposta alla loro sacrosanta esigenza  di vedere riconosciute anche per via legislativa le proprie scelte affettive e di vita. Il problema non è però solo in capo alle famiglie arcobaleno o alla comunità lgbt: l'iter della legge Cirinna evidenzia una preoccupante tendenza della nostra politica a rendere i diritti umani materia di scambio e mediazione in nome di interessi che con lo sviluppo sociale del paese poco hanno a che fare. "Pur nell'estensione di alcuni diritti fondamentali alle coppie di fatto, si sancisce, tra l'altro, per legge la discriminazione fra eterosessuali e omosessuali; in un paese privo di una norma che punisca l'omofobia come reato, è un fatto grave, logica conseguenza di una discussione parlamentare lontana anni luce dalla società reale e drammaticamente aderente ad interessi miopi ed equilibrismi di parte"  commenta Cristian Sesena della segreteria nazionale. #SiamoDoveSei e con chi vuoi tu