8 ottobre 2013


A Bruxelles, un incontro del settore della ristorazione collettiva

Si è svolta, a Bruxelles, la riunione del dialogo sociale europeo del settore della ristorazione collettiva alla presenza della Commissione europea e dei rappresentanti delle organizzazioni sindacali e datoriali del settore, a livello europeo (EFFAT e FoodServiceEurope, già FERCO) e nazionale (Italia, Spagna, Francia, Austria, Finlandia, Ungheria e Belgio).
Al centro del confronto, gli appalti pubblici e la negoziazione per l’adozione di una nuova direttiva europea sul tema a dicembre 2013. Da entrambe le parti del tavolo è emersa la denuncia del disinteresse da parte del Consiglio, l’organo che riunisce i capi di Stato o di governo degli Stati membri, e la Commissione europea, rispetto alle richieste, congiunte, di introdurre norme vincolanti che obblighino i committenti ad applicare il criterio di aggiudicazione MEAT (Most Economically Advantageous Tender), ossia l’offerta economicamente più vantaggiosa, alla luce della qualità e della sostenibilità sociale e ambientale dell’offerta; di introdurre il concetto di “offerta anormalmente bassa” e articolarne il significato; e di rivedere le deroghe per gli operatori del settore pubblico sugli appalti in house.
Le federazioni sindacali presenti hanno fatto eco a questa denuncia, riportando esempi di cosa produce il criterio del massimo ribasso sugli anelli più deboli della catena: i lavoratori/trici da una parte, che subiscono il taglio dei posti di lavoro, la diminuzione delle ore di lavoro, dei salari e dei diritti, e chi, nelle scuole, negli ospedali, nelle case di cura etc, fruisce dei servizi di ristorazione. In Italia, il combinato disposto della spending review e del massimo ribasso come regola per indire le gare d’appalto sta sortendo effetti drammatici sulla vita di migliaia di lavoratori, in età matura, che perdono il lavoro o vedono il loro salario, già alquanto basso, dimezzato, nonché sull’alimentazione e sulla salute di quanti utilizzano i servizi di ristorazione. Lo stesso in Belgio, Francia, Spagna e in tutta Europa.
A Dicembre del 2013, il Parlamento europeo adotterà la nuova direttiva; la partita, seppur difficile, rimane ancora aperta e va giocata provando a costruire consenso attorno a proposte alternative e concrete nella società, tra gli europarlamentari e i governi nazionali.

Durante la riunione, i compagni spagnoli di UGT, hanno presentato un progetto europeo che vede la FILCAMS co-promotrice: si tratta del progetto DOTEC, un’iniziativa nata per promuovere le esperienze positive e le buone pratiche di contrattazione e dialogo sociale nel settore della ristorazione collettiva e del turismo, nonché convergere su proposte concrete da sottoporre alla controparte datoriale e alle istituzioni nazionali ed europee affinché il lavoro torni ad essere al centro di ogni politica di sviluppo e la contrattazione, lungi dall’essere un privilegio del passato, sia lo strumento attraverso cui si stabiliscono le condizioni di lavoro, i diritti e le tutele di tutti i lavoratori e le lavoratrici, senza esclusioni né deroghe. Sia in Spagna che in Italia la contrattazione collettiva è oggetto di attacchi feroci. In Spagna secondo la riforma del lavoro targata Rajoy, se le negoziazioni per il rinnovo di un contratto collettivo in scadenza non si concludono entro un anno, quel contratto decade con la conseguente cancellazione delle sue previsioni economiche e normative e il ritorno agli standard minimi previsti dalla legge.
Infine si è tracciato il percorso di lavoro per il prossimo anno e i temi che saranno oggetto di approfondimento e azione congiunta, in particolare salute e sicurezza sui luoghi di lavoro, anche in vista del processo di revisione del quadro normativo avviato dalla Commissione europea; lavoro interinale nella ristorazione collettiva, formazione iniziale e continua.