1 agosto 2011


Agenti immobiliari: rinnovo del contratto nazionale senza la Filcams Cgil

È stato siglato dalla Fisascat Cisl e la Uiltucs Uil, il rinnovo del contratto nazionale per Agenti Immobiliari professionali mandatari a titolo oneroso aderenti a FIAIP, senza la firma della Filcams Cgil.
Un settore particolare, regolamentato da tre contratti nazionali sottoscritti rispettivamente con: l’Associazione FIMAA aderente a Confcommercio, con l’associazione ANAMA aderente alla Confesercenti e la FIAIP che fa riferimento all’area Confindustria/Confedilizia; e per quanto riguarda la parte economica il contratto nazionale sottoscritto con FIAIP, fa riferimento al contratto nazionale del Terziario Confcommercio.

“Tutto il negoziato ha risentito di quanto già definito in altri tavoli di contrattazione” spiega la Filcams Cgil “Tuttavia durante le trattative si è sviluppato un confronto teso a monitorare la qualità dell’occupazione esistente nel comparto, con particolare attenzione alle figure e alle forme di lavoro atipico significativamente presenti nel comparto stesso.

La Filcams ha avanzato la proposta di poter includere nella sfera di applicazione del contratto tali figure, per regolamentarle e fornire loro anche diritti, tutele ed equi compensi tramite un percorso temporale, funzionale all’approfondimento delle tipologie d’impiego utilizzate, alla definizione di equi compensi e allo studio di specifiche modalità applicative del Welfare, anche con la possibilità di aderire a strumenti già operativi in altri CCNL.

“Tale obbiettivo” afferma il sindacato “non si è potuto realizzare a fronte di una posizione della controparte, che, senza gli opportuni approfondimenti, ha risolto la problematica individuando soluzioni insufficienti per il riconoscimento di adeguati diritti economici e normativi, ma funzionali e propedeutiche per la integrale applicazione del così detto “collegato lavoro” (Certificazione – clausola compromissoria ecc.).”

In conclusione la Filcams Cgil dichiara che “quanto sopra esposto dimostra, non solo l’entità del fenomeno del lavoro atipico nel comparto, ma anche, conseguentemente, l’interesse della controparte ad individuare soluzioni tese a limitare il ricorso di tutti gli strumenti di legge a disposizione dei lavoratori, nonché le possibili verifiche da parte dei preposti organismi di controllo.”