I 18500 lavoratori ex Lsu e dei cosiddetti Appalti Storici addetti ai servizi di pulizia e decoro in manifestazione. Le categorie di Cgil Cisl Uil: «Urgente soluzione strutturale e di prospettiva che dia stabilità occupazionale al comparto» Scenderanno in piazza il 16 marzo a Roma, davanti palazzo Montecitorio, i lavoratori ex lsu e dei cosiddetti Appalti Storici addetti ai servizi di pulizia e decoro nelle scuole italiane, appalti pulizia scuole. La mobilitazione nazionale - alla quale prenderanno parte 450 lavoratori provenienti da tutta Italia in rappresentanza dei 18.500 addetti del comparto - è stata indetta dai sindacati di categoria Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltrasporti, per sollecitare la convocazione di un incontro da parte della Presidenza del Consiglio dei Ministri, finalizzato ad affrontare le problematiche occupazionali e di continuità dei servizi conseguenti la revoca della convenzione Consip per i lotti dell’Ati Cns Kuadra e Manutencoop F.M. nonché del Lotto 7 che, per effetto della recente sentenza del Consiglio di Stato sull’inammissibilità del ricorso presentato da Ciclat, è altresì a rischio revoca. A rischio esclusione anche il Lotto 5 dell’Ati Maca Servizi Generali e Smeraldo per effetto del reiterato mancato pagamento delle retribuzioni. Nei giorni scorsi le tre sigle sindacali hanno inoltrato richiesta di incontro al presidente del Consiglio dei Ministri Paolo Gentiloni e ai titolari dei ministeri dell’Istruzione, del Lavoro e dell’Economia, Valeria Fedeli, Giorgio Poletti e  Pier Carlo Padoan, sollecitando una possibile soluzione di prospettiva concernente la platea delle lavoratrici e dei lavoratori ex Lsu e degli Appalti Storici. «La situazione sta assumendo risvolti sociali non più sostenibili - affermano le sigle Cgil Cisl Uil - E’ necessario dare seguito agli accordi quadro sottoscritti nei mesi scorsi con il Governo per individuare un intervento risolutivo della vertenza che assicuri tutele occupazionali e la garanzia del reddito ai lavoratori, prevalentemente donne del mezzogiorno con famiglie monoreddito, coinvolti dai ritardi burocratici, dalle incertezze sulla prosecuzione dei rapporti di lavoro e dai tagli sulle retribuzioni».