Le cose grandi richiedono tempo e pazienza. La Filcams e la Cgil hanno scelto con fermezza di affrontare il tema dell'impedimento alla libertà di scelta sindacale per i lavoratori italiani in forza nelle Basi USA in territorio italiano. “Abbiamo interloquito con il Governo per verificare se c'erano impegni assunti dal nostro Paese e perché sostenesse la piena applicazione delle libertà sindacali previste dal nostro ordinamento anche nelle Basi USA” spiega Andrea Montagni, della Filcams Cgil Nazionale. “Nel febbraio 2015 abbiamo inviato una lettera all'Ambasciatore degli Stati Uniti d'America, firmata dal Segretario Generale Cgil. Non risultandoci infatti norme o clausole generali, abbiamo voluto segnalare direttamente all'Ambasciatore un'anomalia ed un vulnus che si realizza nei confronti del personale italiano che lavora nelle Basi militari USA in Italia.” Il vulnus è determinato dal COE, sulla base di un Memorandum del 1981 allegato al COE stesso, che impedisce l'iscrizione alla Filcams Cgil; tale Memorandum viola lo Statuto dei Lavoratori ed è incomprensibile alla luce dell'art. 39 della Costituzione. Indicato tutto questo nella lettera, ne è seguito un primo positivo colloquio informale durante il quale, vista la non responsabilità dell'Ambasciata sulle relazioni sindacali nelle Basi, soggette alle autorità militari, è stato assicurato l’avvio degli opportuni approfondimenti “Abbiamo affiancato all'apertura dei “canali diplomatici” la scelta di trasmettere le deleghe di iscrizione alla Filcams Cgil alle Basi interessate” prosegue Montagni, e abbiamo costituito, ai sensi della legge 300/1970, una prima RSA nella Base di Sigonella.” “Siamo fermamente convinti che alla fine la ragione si afferma” conclude, “per questo, per avere un risultato positivo, proseguiremo l'iniziativa con tutte le forme necessarie, unendo le forze e le intelligenze del coordinamento delle Basi Filcams Cgil, della Filcams Cgil Nazionale con la Confederazione Nazionale.”