Nel prossimo Consiglio dei Ministri dovrebbe essere approvato il decreto legislativo sulla riforma delle Camere di Commercio. Se in quella sede fosse approvato il testo dello schema di D. Lgs. circolato in questi ultimi tempi, i dipendenti dalle Unioni Regionali, dalle Aziende Speciali e dalle Aziende di sistema sarebbero investiti da tagli lineari senza nessuna garanzia di continuità occupazionale. I lavoratori occupati nel sistema delle Camere di Commercio sono da annoverarsi fra i più qualificati e quotidianamente sono impegnati nel garantire servizi che sono essenziali per la funzionalità di interi comparti economici, oltre che delle stesse Camere di Commercio. La discussione della revisione di un intero sistema di servizi quale quello che erogano le Camere di Commercio non può avvenire senza un confronto di merito sui contenuti del testo del D. Lgs., soprattutto rispetto la tenuta dei livelli occupazionali garantiti dalla stessa legge delega su cui trae origine il decreto legislativo in discussione. “Vogliamo ricordare ai legislatori che le lavoratrici e i lavoratori occupati in tali realtà, ad oggi, non beneficiano né di ammortizzatori sociali di carattere conservativo, né di possibilità di ricollocazione nell’alveo della Pubblica Amministrazione” affermano Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs. Al fine di sollecitare una compiuta presa d'atto da parte di Governo e Parlamento e un intervento correttivo con il coinvolgimento delle Organizzazioni Sindacali per attuare pienamente il demando della legge delega, rispetto alle garanzie occupazionali delle lavoratrici e dei lavoratori occupati in tutte le realtà del sistema camerale, si proclama lo stato di agitazione di tutto il personale interessato. Qualora non intervenissero le sostanziali modifiche espresse, a settembre verrà proclamata la mobilitazione nazionale.