E' altissima l'adesione allo sciopero in corso oggi 3 aprile nelle sedi di Carlson Wagonlit Travel di Milano, Torino, Padova, Genova, Firenze e Bari, con punte del 100% e con un'alta partecipazione ai presidi organizzati davanti alle sedi aziendali. La proclamazione dello stato di agitazione e di un primo pacchetto di 4 ore di sciopero era stata lanciata a livello unitario nel mese di febbraio a fronte dell'annuncio di un piano di riorganizzazione aziendale che riguarderà il comparto TS, ovvero quello dell'assistenza ai viaggi nel quale lavora la maggior parte dei dipendenti CWT Italia. Negli ultimi mesi le preoccupazioni sono salite e gli incontri tenuti con la direzione aziendale non sono stati utili ad avere un quadro definito del piano industriale e del destino di azienda e lavoratori. Per questo motivo dalle assemblee dei lavoratori e delle lavoratrici è emersa l'esigenza di dare un segnale forte all'azienda con una prima giornata di sciopero di 8 ore che ha coinvolto in modo coordinato la maggior parte delle sedi aziendali. I lavoratori e lavoratrici chiedono che l'azienda scopra le carte e non operi con azioni unilaterali, come fatto in passato, e soprattutto che i programmi di riorganizzazione non prevedano la riduzione di posti di lavoro, chiusure e delocalizzazioni. La preoccupazione principale ad oggi è proprio che la Carlson riduca i propri presidi in Italia: una soluzione che, oltre a compromettere i posti di lavoro, sappiamo essere dannosa anche a livello di business per un mercato così particolare come quello italiano. Le aziende che hanno operato in questi termini, sono infatti tornate sui loro passi, in quanto la presenza sul territorio è per le aziende italiane un fattore determinante per la scelta del partner cui affidare i servizi legati ai viaggi di affari. Carlson Wagonlit Travel, che è presente in Italia da 80 anni e occupa circa 800 persone nel nostro Paese, sta affrontando a livello globale un percorso di riorganizzazione che ha già visto lo spostamento di alcune funzioni in Paesi nei quali il lavoro costa meno, a discapito della professionalità. Lo sciopero di oggi manda un messaggio molto chiaro all'azienda: no ai tagli e alle delocalizzazioni, che sono risposte sbagliate e dannose per tutti! Intanto il 7 aprile vi sarà un nuovo incontro con la direzione aziendale, che ci auguriamo apra finalmente un confronto serio e produttivo.