Dopo lo sciopero del 3 aprile, Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs hanno incontrato Carlson Wagonlit Italia che ha rivelato i dettagli del piano di riorganizzazione già annunciato. Un piano che prevede la chiusura di tre sedi operative situate in zone strategiche del Paese: Padova, Bologna e Firenze, e che impatterà su oltre 30 persone. La Filcams ha espresso la più netta contrarietà al progetto, che va nella direzione sbagliata anche dal punto di vista commerciale: la chiusura di sedi infatti sarà dannosa per il business, in quanto l'azienda si ritira di fatto dal mercato, peraltro in zone del Paese in cui la presenza territoriale è dirimente nel rapporto con i clienti. Le chiusure pongono seri problemi occupazionali in quanto l'azienda intende proporre ai lavoratori coinvolti un trasferimento in altra sede: ma le distanze sono tali che configurerebbero di fatto dei licenziamenti. E l'orizzonte è ancora più fosco se si includono i pronostici fatti dalla multinazionali all'ultimo incontro del CAE, con l'ipotesi di una ulteriore riduzione di sedi nel nostro Paese. Nella discussione con l'azienda del 7 aprile si sono sostanzialmente rimarcate le reciproche posizioni che rimangono distanti, sia rispetto al piano industriale sia rispetto al proseguo del confronto. Filcams Fisascat  Uiltucs hanno chiesto all'azienda un'assunzione di responsabilità sugli effetti del piano di chiusure, e confermano lo stato di agitazione in tutte le sedi CWT Italia. Un nuovo incontro, finalizzato a verificare la possibilità di un terreno comune di confronto sugli effetti del piano, è fissato al prossimo 19 aprile.