La disdetta del contratto integrativo aziendale, la modifica pesante dell'organizzazione del lavoro e la volontà di perseguire delle logiche di risparmio sul costo del lavoro degne di una multinazionale, sono tra i motivi che hanno portato le lavoratrici e i lavoratori del Consorzio Cineca allo sciopero dello scorso 5 ottobre. Informatici, ingegneri, amministrativi e ricercatori, sono circa 700 i dipendenti di alta professionalità del consorzio interuniversitario con sedi Bologna, Roma e Milano. Un punto di eccellenza e qualità, di rilevanza nazionale e europea, una realtà particolare, il Consorzio Cineca, composta da diversi soci, tra università e enti di ricerca importanti, senza fini di lucro. “Una vertenza anomala, che si protrae da tanti mesi” afferma Massimo Mensi della Filcams Cgil “A luglio il consorzio comunica, senza precise motivazioni, la disdetta del contratto integrativo e presenta ai sindacati, in maniera inusuale, la propria piattaforma per il contratto.” Due mesi caldi, senza ulteriori incontri chiarificatori, fino a che i sindacati a settembre hanno dichiarato lo stato di agitazione che ha portato allo sciopero. La Filcams chiede il ritiro della disdetta del contratto integrativo e la riapertura del tavolo di confronto. La mobilitazione continua. Il prossimo 8 novembre è previsto un ulteriore sciopero nazionale, con un presidio davanti al Ministero dell’Istruzione e Ricerca, il Miur, uno dei soci del consorzio.