21 dicembre 2012

Compass Group, nessun accordo salva i lavoratori


Il 19 dicembre scorso si è svolto il previsto incontro presso il Ministero del Lavoro per il proseguo del confronto della procedura di licenziamento collettivo di più di 800 dipendenti avviata dalla multinazionale della ristorazione collettiva e dei servizi di supporto Compass Group Italia a fine settembre.

Nonostante nel precedente incontro in sede sindacale sembrava che vi fossero buoni presupposti per un esito positivo della vertenza, il confronto si è concluso nella nottata del 19 con un mancato accordo.

“L’azienda” spiegano le organizzazioni sindacali Filcams Cgil, Uiltucs Uil e Uiltrasporti Uil" ha impedito un approfondimento complessivo e puntuale nel merito degli esuberi dichiarati, mantenendo il medesimo atteggiamento di chiusura tenuto fin dall’avvio della procedura. Inoltre” proseguono i sindacati “per raggiungere l’accordo, l’azienda pretendeva di stabilire da subito un esubero quantificato però in modo unilaterale e per gli esuberi risultanti, relativi a specifiche figure, voleva di ricorrere esclusivamente alla cassa integrazione in deroga a zero ore senza rotazione. Praticamente cronaca di una morte annunciata"

Le Organizzazioni Sindacali di fronte a tale atteggiamento hanno proposto di chiudere la procedura attivata attraverso un accordo con uscite volontarie incentivate e al tempo stesso dotarsi di un periodo determinato in cui procedere alla disamina di dettaglio per individuare effettivamente gli esuberi e valutare tutti gli ammortizzatori sociali necessari al mantenimento dell’occupazione e del reddito.

"A fronte di quanto si è determinato" dice Elisa Camellini della Filcams nazionale "attiveremo ogni iniziativa utile a contrastare le conseguenze del mancato accordo e nei prossimi giorni procederemo a definire le azioni da intraprendere sia sul piano sindacale che legale."