17 marzo 2014


Decathlon Torino, sciopero riuscito

La FilcamsCgildi Torino ha proclamato per lo scorso we del 15 e 16marzo ,lo sciopero delle Lavlratrici e dei lavoratori Decathlon.
La protesta nasce dall’indisponibilità dell’azienda al c confronto con le parti sindacali e dal mancato rispetto delle basilari regole delle relazioni sindacali.

Uno sciopero riuscito che ha visto l’adesione di tanti lavoratori, soprattutto mamme con bambini. Negli incontri con l’azienda la richiesta dei lavoratori, per la maggior parte con contratto part Time a 20/24 ore, è stata di ottenere degli aumenti di base oraria a fronte dell’aumento delle Ore a lavorare conseguente alle liberalizzazioni, che hanno portato ad aprire il punto vendita un giorno e mezzo in più (domenica e lunedì mattina). Con questa richiesta si voleva permettere ai lavoratori che avevano dato la loro disponibilità di portare a casa a fine mese uno stipendio dignitoso, che permettesse loro l’indipendenza a cui aspirano.
“In un contesto di crisi non ci sogneremmo neanche di chiedere consolidamenti o aumenti di base oraria” affermano i dipendenti “ma la nostra è un’azienda che va bene, che produce utili e progetta continuamente nuove aperture. E invece la risposta dell’azienda Alle nostre legittime richieste, basate anche sul fatto che sono aumentate le ore da lavorare mentre non ci sono state né nuove assunzioni né aumenti stabili di base oraria, è consistita nella stipulazione di contratti a chiamata (peraltro non comunicati alla parte sindacale), per avere la disponibilità di altri lavoratori precari e ultra flessibili che mai potranno contare su uno stipendio che permetta loro di vivere e di essere indipendenti.
Un secondo punto su cui non c’è stato nessun tipo di riscontro da parte aziendale riguarda il lavoro domenicale ed il tema della conciliazione dei tempi di vita e di lavoro.
Il lavoro domenicale, che incide negativamente sulla socializzazione sulla qualità dei rapporti interpersonali con chi ha una normale vita scolastica/lavorativa dal lunedì al venerdì, potrebbe anch’esso diventare più facilmente gestibile nel momento in cui si riesce a metter in pratica una programmazione a lungo termine che coinvolga l’intero negozio minimizzando il numero di domeniche che ciascun lavoratore deve garantire e magari concedendo degli incentivi economici che bilancino il disagio di lavorare mentre la famiglia sta a casa. La richiesta della parte sindacale era di un aumento temporaneo o a tempo indeterminato che permettesse una rotazione tra tutti i lavoratori che hanno manifestato la loro disponibilità a lavorare nella giornata di domenica, operazione necessaria per rendere meno gravosa la prestazione a quei lavoratori che hanno la domenica compresa nel contratto individuale. Anche su quest’ultimo argomento le risposte dell’azienda son ostate lapidarie: niente incentivi economici e soprattutto niente programmazione annuale perché “non è possibile a livello organizzativo.