13 luglio 2010


Donna, giovane, immigrata il profilo del lavoratore domestico che emerge da un’indagine del Censis

“Dare casa alla sicurezza", un’indagine realizzata dal Censis con il contributo del ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali evidenzia ed analizza il rapporto dei più di 2 milioni di famiglie italiane con i collaboratori domestici.
Secondo una nota Ansa è “donna, giovane, immigrata, il profilo del lavoratore domestico che emerge dall'indagine, condotta su un campione di 997 lavoratori. Il 71,6% dei collaboratori è infatti composto da stranieri, provenienti in prevalenza dall'Europa dell'Est, Romania (19,4%), Ucraina (10,4%), Polonia (7,7%) e Moldavia (6,2%), ma sono numerosi anche i Filippini (9%).
Più di 8 su 10 sono donne, presenza che si mantiene costante sia tra gli italiani che tra gli stranieri, mentre con riferimento all'età, emerge un profilo piuttosto giovane, soprattutto tra la componente straniera: il 15,8% ha meno di 30 anni, il 51,4% meno di 40 (tra gli stranieri la percentuale sale al 57,3% contro il 36,5% degli italiani) e soltanto il 17,5% è al di sopra dei 50. Colpisce - secondo la ricerca - la presenza di lavoratori in possesso di un buon livello di istruzione, anche con qualche punta di eccellenza: il 5,6% ha una laurea e il 33,6% un diploma superiore. E gli stranieri si dimostrano più istruiti dei loro colleghi italiani: il 37,6% possiede un diploma di istruzione superiore e il 6,8% una laurea (contro il 23,2% e il 2,5% degli italiani).
Sotto il profilo contrattuale, prevale ancora l'irregolarità: il 39,8% dichiara di essere irregolare, mentre il 22% alterna rapporti a volte regolari a volte no.
In termini di evasione contributiva, tutto questo comporta che su cento ore di lavoro, sono soltanto 42,4 quelle per cui vengono effettivamente versati i contributi; quindi, quasi 6 ore di lavoro su dieci risultano prive di qualsiasi forma di copertura previdenziale, ossia la metà del lavoro svolto avviene al di fuori del quadro di regole, tutele e garanzie previste dalla legge. Il fenomeno dell'irregolarità colpisce maggiormente i lavoratori giovani (é totalmente irregolare il 56,3% degli under 30 anni) e inesperti. "Inoltre - secondo lo studio Censis - contrariamente a quanto ci si potrebbe aspettare, sono gli italiani ad essere maggiormente coinvolti nel fenomeno: il 53,9% lavora completamente in nero contro il 34,7% degli stranieri". Il dato "risente evidentemente del fatto che tra gli italiani vi sono molti più lavoratori che tendono a svolgere il lavoro domestico come attività secondaria, anche transitoria, e al servizio per più famiglie".
Seppure non si possa parlare di una vera e propria vocazione professionale, la maggioranza dei lavoratori domestici, il 69,3%, considera la propria condizione professionale stabile: il 51,7% intende infatti continuare a svolgere lo stesso lavoro, possibilmente per le famiglie presso cui è occupato”.