13 settembre 2013

Dublino, prosegue il progetto, Lavoro dignitoso per i giovani in Europa


Si è svolta giovedì 12 settembre la riunione del Comitato di Pilotaggio del progetto “Lavoro dignitoso per i giovani in Europa”, un progetto che vede insieme il sindacato danese, italiano e irlandese con l’obiettivo di scambiare informazioni sulle buone pratiche e le iniziative messe in campo per coinvolgere i giovani all’interno del sindacato, riflettere sulle criticità dei tre paesi e sulle sfide che il sindacato deve affrontare per essere punto di riferimento di una molteplicità di lavoratori, sempre più disorientata e sola in un mercato del lavoro frammentato e precario.
Stefania Radici, presente all’incontro come responsabile del progetto per la Filcams Cgil ci racconta la gioranata: “Italia e Irlanda stanno attraversando una fase che presenta criticità simili: alta disoccupazione, specialmente giovanile, emigrazione dei giovani verso l’estero, un largo numero di lavoratori precari, con pochi diritti e senza tutele, bassa cultura sindacale e basso livello di sindacalizzazione tra i giovani.
Diversa la situazione in Danimarca, dove i giovani hanno sì lavori flessibili, ma per scelta, perché questo consente loro di coniugare la possibilità di studiare e la possibilità di avere un’entrata per essere autonomi, o perché questo consente loro di acquisire conoscenze e competenze utili a crescere professionalmente ed accedere a posizioni migliori.
C’è una cosa che però accomuna giovani danesi, irlandesi e italiani: la bassa conoscenza dei diritti, dei contratti e delle leggi. Diverso, però, la modalità attraverso cui il sindacato danese si approccia ai giovani: è da 30 anni ormai che il sindacato danese ha avviato le cosiddette “Pattuglie del Lavoro”, un gruppo di giovani sindacalisti che si presenta sui luoghi di lavoro e parla coi coetanei durante le ore di lavoro, riceve informazioni sulle condizioni applicate e verifica che i loro diritti siano riconosciuti. Il lavoratore parla col sindacalista lontano dal datore di lavoro e senza temere alcuna “ritorsione”, si tratta di una prassi ormai consolidata e accettata. In Italia, si sa, non sarebbe possibile: i datori di lavoro non lo permetterebbero e lo stesso lavoratore si sentirebbe a disagio.
A luglio una delegazione di italiani si è recata in Danimarca per prendere parte alle attività delle “Pattuglie”, ha partecipato alle visite sui luoghi di lavoro e ha condotto interviste ai giovani presenti. Una di loro era presente e ha raccontato la sua esperienza, ha parlato non solo delle condizioni di lavoro e salario, di certo molto più dignitose delle nostre, ma anche di una cultura di relazioni industriali molto più aperta al dialogo e al confronto e del rapporto tra lavoratore e sindacalista, un rapporto di fiducia e confidenza.
Tutti i presenti hanno insistito sul ruolo della formazione, soprattutto sulla formazione dei delegati sindacali presenti in azienda, i quali devono essere il primo punto di riferimento sindacale dei colleghi, essere in grado di dare informazioni attendibili e risolvere eventuali casi problematici che dovessero sorgere.
La FILCAMS- CGIL, presente in qualità di partner e come categoria della CGIL con la più alta percentuale di lavoratori giovani, ha offerto uno spaccato della realtà italiana, raccontando le campagne e le iniziative attraverso cui ha cercato la collaborazione dei giovani, e avanzando delle riflessioni sul ruolo del sindacato oggi, su come costruire un rapporto di fiducia, coinvolgimento e scambio con i giovani e su come far sì che le istanze dei giovani lavoratori diventino oggetto di una nuova e più inclusiva contrattazione collettiva.”