Era stato proclamato il primo luglio lo stato di agitazione, a livello nazionale, del personale delle società del gruppo Eurospin, con blocco immediato dello straordinario e dei supplementari, e una giornata di sciopero da individuare.

Filcams, Fisascat e Uiltucs avevano convocato il coordinamento unitario di Eurospin e Spesa Intelligente per fare il punto sulle condizioni di lavoro nei punti vendita e sulla lista, sempre più lunga, delle difficoltà alle quali le lavoratrici e i lavoratori della nota catena di discount sono sottoposti da tempo. Condizioni infernali: carichi di lavoro eccessivi, turni massacranti, straordinari e supplementari non retribuiti, obbligo per gli addetti di farsi carico anche delle pulizie di bagni e parcheggi, utilizzo improprio delle clausole elastiche e flessibili senza che vengano retribuite, irregolarità nei livelli di inquadramento, trasferimenti coatti in sedi lontane e, come se non bastasse, il tutto accompagnato da atteggiamenti vessatori da parte dei responsabili dei punti vendita.
Le relazioni sindacali, poi, non sono mai state una priorità per l'azienda: alle richieste di confronto presentate dalle tre categorie per discutere i problemi segnalati da diverse strutture territoriali non è stata data risposta. Si contano invece episodi di intolleranza da parte delle imprese del gruppo nei confronti di Rsa e Rsu e di lavoratrici e lavoratori semplicemente iscritti al sindacato.

Tutto questo accade all'interno dei negozi di un gruppo che vanta un ottimo fatturato, che non solo non ha subito flessioni durante la pandemia, ma è addirittura cresciuto. 

Una situazione intollerabile per Filcams, Fisascat e Uiltucs, che chiedono di voltare pagina e migliorare la qualità del lavoro del personale del gruppo.


Lo stato di agitazione proclamato dalle categorie nazionali ha preso recentemente corpo in Sardegna, con lo sciopero regionale del 18 luglio.

"Avevamo chiesto l'adeguamento dei livelli degli operatori dei reparti macelleria, che non sono corrispondenti a quanto definito dal contratto collettivo nazionale di settore - spiega Nella Milazzo, segretaria regionale Filcams Cgil - come abbiamo chiesto alla società di sollevare lavoratrici e lavoratori inquadrati con quarto o terzo livello dal compito di effettuare le pulizie, mansioni che in base al contratto non competono loro".

Ma le risposte non sono arrivate, né per questi né per gli altri temi sollevati dal sindacato, la necessità di più adeguate politiche di conciliazione vita e lavoro o il problema delle missioni temporanee assegnate anche a 100 chilometri di distanza dal luogo originario di lavoro. E poi, quello che accade ovunque, nel resto della rete vendita nel nostro paese, turni sempre più pesanti e condizioni di lavoro complessivamente sempre peggiori.

"Abbiamo deciso così di organizzare la prima mobilitazione di protesta, lo sciopero regionale di tutto il personale Eurospin, che abbiamo indetto insieme a Fisascat - racconta Nella Milazzo - e la partecipazione è stata alta, in particolare tra gli addetti dei reparti macelleria, per i quali reclamiamo il giusto inquadramento. Ci attiveremo anche con un'azione vertenziale per il rispetto dei livelli di inquadramento corretti".

E non è escluso che a questo sciopero, più avanti, ne segua un altro. "Non possiamo permettere che le condizioni delle lavoratrici e dei lavoratori di un'azienda che fattura milioni di euro l'anno vadano costantemente a peggiorare". 

Da Eurospin intanto nessuna reazione. È questa la tattica del gruppo secondo la segretaria regionale Filcams, ignorare le iniziative di protesta e aspettare che le acque si calmino. "Ma la nostra posizione resterà ferma, fino a che non avremo ottenuto quello che riteniamo giusto per le lavoratrici e i lavoratori che rappresentiamo".

Quella della Filcams sarda è una promessa solenne, "continueremo nella nostra battaglia".