7 giugno 2011


Ginevra - Conferenza Internazionale del Lavoro

Durante la 100° Conferenza Internazionale del Lavoro, la ratifica di una Convenzione sul Lavoro Domestico Decente, supportata da una serie di Raccomandazioni, porrà una vera e propria pietra miliare nel lungo cammino di progresso ed emancipazione delle donne, delle lavoratrici e dei lavoratori domestici, delle migranti e dei migranti.
Le Organizzazioni Sindacali di tutto il mondo sono a Ginevra, per supportare e migliorare questa proposta di Convenzione, strumento indispensabile per conquistare e consolidare diritti fondamentali.
“La maggior parte del lavoro domestico nel mondo è svolto dalle donne” spiega Giuliana Mesina della Filcams Cgil “è un lavoro come gli altri, deve essere riconosciuto come tale e perciò protetto, regolato, tutelato e controllato dai Governi. Sembra un’affermazione scontata ma dalle sale del Palais des Nations di Ginevra la sensazione che si ricava è ben diversa.”

Ogni Stato Membro vuole proteggere il proprio sistema legislativo, e teme che la Convenzione possa imporre una revisione troppo “progressista”.

“Si discute di orario di lavoro e del diritto ad avere un giorno di riposo” prosegue “di paga minima e di pagamento in natura (pratica molto frequente in alcuni paesi del mondo, ma assai problematica per le Organizzazioni sindacali).
Ci sono Stati, come l’Indonesia, che lo scorso anno, quando fu proposto il progetto di Convenzione, non lo appoggiarono, mentre in questi giorni sottopongono il testo a una pioggia di emendamenti, rallentando molto i lavori del Comitato tripartito che si dedica a questo tema.
In generale però le delegazioni governative convengono sulla necessità di uno strumento come questa Convenzione, al fine di garantire i diritti fondamentali a questo enorme numero di lavoratrici e lavoratori (si parla di oltre 100 milioni a livello globale): superata la fase dello scetticismo, cogliamo il buono di un’occasione importante dove finalmente le lavoratrici e i lavoratori domestici escono dall’ombra e conquistano la ribalta delle Nazioni Unite.”

La delegazione italiana è presente attivamente solo nella sua compagine sindacale, almeno nel Comitato del Decent Domestic Work. I datori di lavoro non sono rappresentati, e il nostro governo segue saltuariamente i lavori di questa Convenzione, allineandosi generalmente alle posizioni degli Stati Unione Europea.
Ma nonostante questo, le controparti non mancano, e la sensazione è che i Governi europei siano quelli più preoccupati e quindi più ostici da fronteggiare nella negoziazione, che si svolge in lunghissime sessioni dalle nove del mattino fino a tarda sera.

“Il lavoro domestico e di assistenza familiare è fondamentale in tutta la società particolarmente in quella europea” conclude Giuliana “dove supporta ampiamente il sistema economico. E’ un lavoro faticoso che richiede una serie di competenze e abilità, e che è spesso svolto da donne migranti. Molte hanno lasciato le loro famiglie, i loro figli, per trovare una via d’uscita alla povertà. Le lavoratrici domestiche migranti sono parte importantissima nella costruzione di una società europea. La loro dignità e i loro diritti di lavoratrici e di persone devono essere protetti.
E qui a Ginevra speriamo di contribuire a farlo.”