FILCAMS-Cgil
Federazione lavoratori commercio turismo servizi
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15 luglio 2005

LA CONTRATTAZIONE DI SECONDO LIVELLO TERRITORIALE E DEI GRANDI GRUPPI
Relazione sintetica del segretario generale Ivano Corraini al Comitato direttivo nazionale del 23 e 24 maggio

Pubblichiamo l'introduzione alla discussione che Ivano Corraini ha svolto all'ultimo Comitato direttivo.

La relazione di Corraini è redatta in forma sintetica, per note via via sviluppata nell'intervento a voce. Tuttavia, la scaletta circostanziata permette di seguire con precisione lo svolgersi degli argomenti, tutti incentrati sul tema della contrattazione di secondo livello territoriale e dei grandi gruppi.



Comitato Direttivo Filcams-Cgil nazionale

23 e 24 maggio 2005

Scaletta della relazione di Ivano Corraini

Il C.D. odierno ha al centro del suo ordine del giorno la Contrattazione di 2° livello dopo che si sono svolte riunioni seminariali con Segreteria + apparato e riunioni con Segretari Generali Regionali e delle città metropolitane.

Ora il C.D. ha il compito di ampliare la discussione, estenderla e di cominciare a consolidare orientamenti utili per la discussione congressuale che, auspicabilmente, la concluderà.

E’ giusto approfittare del C.D. per affrontare, seppur in tono minore altre questioni che si pongono esse nell’agenda politica.


Considerazioni limitate perché il centro è l’altro e anche perché, altrimenti se si aggiungesse un po’ di politica internazionale questo comitato direttivo diventerebbe esso stesso un congresso.
Registriamo il successo alle elezioni amministrative (nessun analisi nel voto, saremmo fuori tempo massimo, ma solo per poter fare alcune considerazioni di ordine politico).

E’ un’ onda lunga.

Noi siamo parte di questo successo.

La gente ha dimostrato di aver voglia di svolta politica.

La gravità della situazione economica e l’assenza di una politica del governo per uscirne ne è una delle principali motivazioni.

La fase è di recessione: per il 2° trimestre il PIL è in calo. Ma è la politica che ha decretato il successo del centro sinistra.

Soddisfazione per il successo

Preoccupazione per il futuro se si vincerà

Ancora una volta non diamolo per scontato

La negatività non sta solo qui ma perché: Lo schema sembra essere: – visto che si vince – Noi abbiamo la presunzione di chiedere al Centro Sinistra che farà rispetto alla nostra impostazione, pur essendo consapevoli che anche in caso di vittoria i problemi che avremo di fronte saranno pesanti: Come se ne uscirà?

Una nuova politica economica

Il risanamento dei conti

Il movimento dei lavoratori verrà chiamato a misurarsi su ciò

E questo avverrà dopo un fase

Noi dovremo scegliere il centro delle questioni da difendere, da valorizzare, su cui impegnate tutti a rilanciare, ma lo faremo allora.

Anch’io non voglio pensare alla sconfitta, ma nemmeno che si è già vinto.


TURISMO – C’è stata una nostra forzatura rispetto al balletto tra problemi di stesura e problemi in merito al fondo per la sanità integrativa che si sviluppava tra FIPE e Federalberghi.

- Risolte d’imperio alcune cose sulla stesura, il balletto è finito con la firma di Confcommercio, Fipe e Agenzie di Viaggi

- Federalberghi si è riservata ponendo questioni su fondo di assistenza sanitaria

Non tutto è concluso quindi, ma la questione si è sbloccata e lasciando altri con il cerino in mano.

Avevamo minacciato di stampare il contratto da soli o con chi ci sta.

Mettiamo i nostri auspici perché la lite in Confcommercio si superi.

TERZIARIO – Anche qui siamo finalmente al capolinea

Abbiamo apportato limature per evitare contenziosi, visto l’atteggiamento poco costruttivo di G.D.

Sul punto riaperto dalle controparti, dalla G.D., su RSU dopo che avevamo chiuso la questione RSA.

Come sapete la grande distribuzione aveva riaperto il contratto il giorno dopo la firma nel luglio scorso affermando che la norma dell’accordo del ‘ 94 sulle RSU, che prevedeva il numero delle RSU per fasce di unità produttiva, decadeva per il suo carattere di sperimentalità con il rinnovo del CCNL non accettandone il prolungamento fino al prossimo contratto come definito con la firma.

I 3 Segretari Generali si sono assunti l’onere di fare una proposta risolutiva:

abbiamo consegnato al Presidente della Confcommercio la proposta con un sostanziale “prendere o lasciare”.

La Confcommercio ci ha chiesto 10 giorni per la risposta e domani ci sarà ; un ulteriore incontro per alcuni aspetti formali della stesura.

Il valore e il peso della consultazione referendaria è per quello che è in gioco, dalla libertà produttiva, al progetto di vita delle persone, all’autodeterminazione delle donne.

E’ in gioco, la laicità dello Stato messa in discussione da una legge ideologica, la libertà di ricerca scientifica per una speranza di vita rispetto a malattie oggi inguaribili.

Il lavoro più grande è convincere la gente di andare a votare anche per esprimere un NO ma che non impedisca lo sviluppo regolare del Referendum, ci si batte per quello che si pensa con lealtà.

Il voto come un diritto, come un dovere civile.

Ma l’impegno è discutere con la gente delle più gravi contraddizioni che questa legge porta con se.

Su questo la gente ci capisce perché la gente ha buon senso

Pensate all’obbligo dell’impianto degli embrioni anche se malformati, mentre è possibile, in base alla legge attuale sull’aborto, interrompere la gravidanza per anomalie del concepito nei 90gg.

Pensate all’obbligo di impianto di tutti e 3 gli embrioni, non meno di 3, non più di tre indipendentemente dalle condizioni psichiche, fisiche, sociali della donna, con la possibilità di calvari continui o di parti trigemellari. Il deputato che si erge a medico!

Pensate la legge che consente la procreazione assistita soltanto ai coniugi ed ai conviventi:

Pensate al no alla fecondazione eterologa
Si è costituita la: La partenza è stata preceduta da un seminario del gruppo dirigente dove si sono affrontate le questioni che stanno alla base, preliminari dell’ avvio del congresso: A riguardo vi è un orientamento univoco del gruppo dirigente per le seguenti ragioni: Si è costituita la commissione delle regole per definire un quadro di certezze per lo svolgimento unitario del congresso e la gestione successiva del dopo congresso.

Vedremo di coinvolgere, successivamente, il nostro gruppo dirigente in un momento più largo per una discussione anche di merito sul congresso.

Oggi, la discussione deve vertere su quello che era l’ordine del giorno originario, ovvero la contrattazione di secondo livello territoriale e dei grandi gruppi della distribuzione organizzata.

Due questioni di quadro - Non perché esse abbiano un impatto immediato sulla discussione che dovremo fare sulla contrattazione di 2°livello in oggetto ma per riflessi che esse hanno sulle strategie contrattuali più generali.

Lo Scenario Europeo La direttiva Bolkstein:

l’iniziativa europea del sindacato e la nostra mobilitazione per bloccarla è stato un fatto importante.

La partita non è finita perché la sua riscrittura può riservare sorprese. Non dimentichiamo che fu concepita nella passata legislatura a maggioranza centrosinistra e oggi c’è una maggioranza di centro destra.

Non dimentichiamolo:

Rispetto : - l’affermazione della clausola sociale

- le garanzie in caso di cambio appalto e situazioni simili

Rispetto : - alle tariffe di legalità nel comparto della vigilanza privata

- alle gare negli appalti al prezzo più vantaggioso contrastando le gare al massimo ribasso

Rispetto alle scelte fatte per - difendere diritti

- per compiere atti concreti contro la criminalità e le mafie come abbiamo riaffermato a Palermo il 15/6/3 nel convegno contro la criminalità e le mafie

Seguiamo gli sviluppi del Parlamento Europeo pronti a riprendere l’ iniziativa.

TROVO IN CIO’ UNA CONTINUITA’ CON QUANTO AFFERMIAMO NEI CONGRESSI MONDIALI A CUI PARTECIPIAMO:

Dentro questo contesto ci stanno le nostre iniziative specifiche in rapporto alle organizzazioni Mondiali e Europee a cui noi siamo affiliati.

Lo abbiamo affermato al Congresso di Berlino:

Una politica Europea sul sociale esattamente opposta alla Bolkestein – per unire e non per frantumare.

In questo contesto occorre rivisitare i CAE magari riformandoli in merito a:


Pensiamo ai grandi gruppi nazionali e a questo riguardo come abbiamo affermato a Berlino: Abbiamo partecipato, la settimana scorsa, al congresso di CONTRACS in Brasile e lì è stata l’occasione per lanciare, come FILCAMS, una proposta: ad Es: Carrefour fa accordi di questo tipo in Italia, in Spagna, in Francia impegnandosi per tutti i paesi salvo fare l’esatto contrario dove non ci sono accordi come in Brasile.

Un coordinamento dei paesi in cui insiste Carrefour per una piattaforma comune

Proposta molto apprezzata dai congressisti di CONTRACS

Altro elemento di quadro:

La discussione aperta sul modello contrattuale.


livello

b)- Futuro del CCNL

4. conviene oggi a contratti aperti F.P. e meccanici esasperare le differenze? Dare la stura per fermare i negoziati in corso per parlar d’ altro?

In ogni caso noi possiamo sviluppare le nostre considerazioni sul 2° livello (a 23 Luglio costante) per la discussione sul complesso delle 2 questioni che vogliamo oggi discutere, contrattazione di 2° livello nei Grandi Gruppi della distribuzione organizzata e contrattazione di 2° livello territoriale.

Ciò anche a fronte delle nostre affermazioni conosciute sul modello contrattuale.

Ripeto, il luogo della contrattazione di 2° livello dipende dagli obiettivi che si vogliono raggiungere sempre essendo attenti a quelle che sono le evoluzioni strutturali del settore e in questo caso quanto indicato nel punto b) per il comparto della ristorazione collettiva può non essere più valido:

NEL DIBATTITO CONFEDERALE

Semplificazione del numero di CCNL

Un problema, è più forte oggi anche se è vecchio

Ne parla Cgil

Ne parla Uil

Ne parla Cisl

Ne parla Confindustria

Su ciò tutti si conviene, salvo poi che tutti cercano loro vie interne per la semplificazione. Come c’è ampia articolazione in merito alla innovazione della contrattazione.

Rispetto a queste due fattispecie è interessante affrontare:


P.I.

Servizi Terziario

Tutte cose diverse fra loro con implicazioni anche diverse e anche contraddittorie

Non svolgo una disamina di ciascuna perché i temi all’ordine del giorno sono altri ma rilevo:


Per noi è una scelta di 2° livello da compiere e in parte compiuta: - outlet, centri commerciali E’ scelta da estendere, quando?

NELLA CONTRATTAZIONE DI AVVIO DEI CENTRI COMMERCIALI NON SI PUO’ LIMITARSI AI SOLI LAVORATORI DELL’ IPER!


Facciamo mente locale ai nostri problemi attuali in rapporto alle questioni aperte del fondo unico della sanità integrativa del terziario e del turismo:

i rapporti tra Confcommercio e Federalberghi, i problemi sollevati da Federalberghi per il Quas, ai rapporti, sulle vicende contrattuali, tra Confcommercio, Confindustria, Confersercenti e Coop.


Prima ancora di riflettere sulle ragioni teoriche di fondo ponendosi il quesito: dove comincia e dove finisce la filiera e se questo è ragionevolmente e realisticamente l’ambito per un contratto nazionale è meglio riflettere sulla motivazione forte per la quale viene invocata la soluzione filiera ovvero per rispondere ai processi di terziarizzazione e di esternalizzazione.

Io la trovo una semplificazione eccessiva di un problema troppo complesso per essere risolto così.

Se i processi non siamo riusciti a contrastarli, se non abbiamo saputo garantire il contratto della casa madre e l’unicità contrattuale quando il processo è avvenuto e avevamo i lavoratori organizzati e presumilmente anche i rapporti di forza in piedi, c’è una qualche ragionevole possibilità che convinciamo più controparti - e non una come prima - con condizioni contrattuali differenti realizzate e consolidate – di superare le ragioni che le hanno spinte alla esternalizzazione (di solito la riduzione dei costi) e a ricostruire le condizioni quo ante?

E se la filiera non riguardasse un unico contratto ma più contratti con diverse titolarità, questo sarebbe un problema organizzativo, di chi organizza chi, - ma allora il problema diventa un altro; basta saperlo.

Il problema delle terziarizzazioni e della esternalizzazione, l’ho già detto altre volte, si affronta intanto analizzando il problema, ovvero le ragioni perché queste avvengono.


In questo caso si riconosce la terziarizzazione e ciò implica che:

a) Si agevola il processo

Altro che semplificazione con i contratti di filiera.

Altra cosa è realizzare accordi intercategoriali di filiera diretti dalla confederazione e, in questo caso necessariamente, di secondo livello:

Importante rendersi conto che:

Mentre si parla di semplificazione dei CCNL:

di riduzione e accorpamento

di filiera

Il processo che va avanti – i fatti concreti sono quelli che determinano – è quello dell’allungamento dei CCNL, allungamento della sfera di applicazione perché la tendenza è quella che tutti ambiscono essere rappresentativi di tutti:

Confindustria che si candida a rappresentare il terziario, Confcommercio che non ha una strategia all’altezza.

Realizzando così confusione nelle zone di confine e sovrapposizione fra i vari contratti, incentivando il dumping.

Anche noi per obiettivi nobili e che mi sento di riconfermare siamo stati attori del processo di allungamento delle sfere di applicazione.

Qui. io penso che più che vagheggiare una “Yalta contrattuale” irrealistica nella sua realizzazione fra le categorie per fare chiarezza sui confini dei vari contratti, valgono le intese bilaterali per non farsi reciprocamente del male e rendere più chiaro il percorso

Siamo anche noi fautori della semplificazione senza fare la fine del turismo e del terziario quando si pensò di realizzare un unico contratto con quello che poi seguì.

Dobbiamo aver consapevolezza che in ogni caso il dumping contrattuale non dipende tanto dai confini dei contratti e non si elimina realizzando un utopico unico contratto ma realizzando contratti che hanno la stessa portata, e questo è il nostro compito, lavorando vuoi con la semplificazione, vuoi elevando il livello dei singoli contratti.

CONTRATTO DEGLI APPALTI

Qui noi ci poniamo nella condizione di riflettere in una prospettiva di scomposizione e ricomposizione di contratti che contemplano attività di servizio alle imprese erogate con il sistema degli appalti.

Le ragioni stanno:

Si tratta dei contratti delle imprese di pulizia, della ristorazione collettiva e della vigilanza privata da unificare in un unico contratto

Con Fisascat e Uiltucs siamo d’accordo.

I problemi maggiori li possiamo trovare:

Questo è lo sfondo per discutere del 2° livello.

Queste sono questioni che fanno parte del dibattito attuale e che in qualche modo, indirettamente, si rapportano alle problematiche del 2° livello.

NELLO SPECIFICO DELL’ O.d.G.

Affrontiamo:

E, quindi, non tutto lo spettro della contrattazione di secondo livello per affrontare con voi 3 grandi questioni di scelte strategiche.

Il Territoriale: perché insistere.

Territoriale perché si :

delle forme. Tutto ciò milita alla riconferma strategica del livello territoriale di contrattazione di 2° livello anche se i risultati sono deludenti per quantità di esperienze realizzate.

Oggi dobbiamo immaginare se è possibile una certa scelta, oggi per evitare che domani sia tardi, che faccia decollare davvero il livello territoriale.

Premesso che:

I rimandi, le materie demandate dal CCNL al livello territoriale ci sono tutte:

Le “occasioni” per farla possono essere queste o altre occorre, però, un salto di qualità per uscire dalla stagnazione in cui, nella sostanza, stiamo

Possiamo utilizzare le materie, le “occasioni” attuali:


Tutto questo va bene ma è il caso di riflettere sulla possibilità di vedere il territorio come il luogo in cui applicare eventuali rimandi del CCNL sul salario.

Bene inteso, nulla a che vedere con strane applicazioni del recupero del potere di acquisto del salario nel secondo livello o aggiustamenti delle retribuzioni base nei secondi livelli che significherebbe introdurre surrettiziamente le gabbie salariali.

Ma una quantità, o una scansione di quantità, predefinita dal CCNL, che ha fatto parte della contrattazione nazionale, che ha bisogno della contrattazione territoriale per essere agita.

Una idea che, nel corso della discussione all’interno dei seminari fatti dal nostro gruppo dirigente, ha raccolto oneste perplessità.

Non è però una novità assoluta.

Insomma, l’obiettivo è che tutto il gruppo dirigente della Filcams stia nella condizione che, se non si realizzano le intese a livello territoriale, esso è responsabile di un mancato aumento di salario per i lavoratori.

Ovvero che se non si riesce a fare accordi sono i lavoratori che ci perdono, questa volta per colpa dei padroni.

Questa è evidentemente una grossa forzatura che dà il senso della portata dell’obiettivo.

Le tecniche e le modalità non interessano, interessa sapere se questa è un’idea su cui lavorare per tempo e oggi i tempi, secondo me, sono maturi.

Per quanto attiene alla contrattazione di 2° livello nei Grandi Gruppi della Distribuzione Organizzata:

Analisi sul mutamento di quadro del settore

Tutto ciò in un quadro di una fase delicata della contrazione dei consumi generalizzata anche dei consumi alimentari e di prima necessità :

Per quanto tempo terrà la riduzione dei margini per aumentare i volumi?

Altri elementi di analisi


Questi convivono con il vecchio modello che puntava solo sul costo come fattore di successo, ovvero, col modello fordista.

Siamo di fronte ad una evoluzione postfordista che vede quali fattori di successo la qualità del servizio avendo come riferimento la soddisfazione del cliente non solo sul prodotto (qualità e prezzo).

Qui il coinvolgimento del lavoratore nei processi lavorativi e organizzativi è un obiettivo dell’impresa per noi molto interessante ( lasciamo per ora da parte come viene oggi realizzato dalle imprese che la attuano )


4 casi emblematici Ciò significa che : se noi dobbiamo, come dobbiamo, riconfermare il principio del no al doppio regime, dobbiamo, nel contempo, aggiornare l’analisi e i percorsi per realizzarlo in quanto il quadro ci è mutato sotto i piedi in breve tempo.
Da qui una richiesta pressante di un ruolo rinnovato delle RSU e dei Territori nella contrattazione a livello decentrato perché la contrattazione di gruppo non da lo spazio necessario al dispiegarsi del ruolo: Sono 3 questioni che si possono affrontare se si aggrediscono in termini strategici nuovi 3 tematiche antiche.
E sulle prime due accorre riflettere se non si deve mettere in campo un vero e proprio salto culturale nell’approccio al tema e nella contrattazione.

Sulla prima tematica, l’organizzazione del Lavoro:

non si tratta di declinare all’antico, semplicemente, l’orario di lavoro, carichi di lavoro, occupazione, contratti a termine, part time, full time, ecc.

Bisogna cogliere le novità che su questo ci sono in alcune imprese, e non in tutte.

E la novità consolidata in alcune imprese, e che via via si sta estendendo, è che si individua quale fattore di successo nella competizione tra le imprese della distribuzione moderna il fattore qualità: qualità di lavoro, qualità del servizio.

Alcune imprese coerentemente a ciò mettono in campo la partecipazione dei lavoratori alle scelte dell’impresa come condivisione ideologica delle scelte dell’Impresa: l’impresa non come strumento per o come luogo di ma come detentrice di valori, di opportunità, di difesa, di famiglia allargata.

Il modello francese prevede la partecipazione alle scelte direttamente i soggetti impresa e lavoratori, escludendo il Sindacato per un suo qualsivoglia ruolo se non quello di supporto alle scelte dell’impresa.

I modelli organizzativi sono configurati in modo da rispondere ai bisogni organizzativi e di flessibilità dell’impresa e, dall’altro, in modo subalterno, e conferito dal capo, anche la soddisfazione di bisogni soprattutto legati all’orari degli stessi lavoratori.

Ora, noi dobbiamo scegliere:

a) assume l’obiettivo della qualità,

b) si fa carico delle esigenze organizzative e di flessibilità utili all’obiettivo ma,lo scambio che ne realizza si articola in:

E’ un terreno nuovo, qualche esperienza limitata l’abbiamo anche realizzata; si tratta di capire se è utilizzabile per estenderne l’ impostazione, e non il modello.

Il 2° blocco di questioni riguarda sempre il tema Organizzazione del Lavoro ma sulversante M/L e affronta un concetto attorno al quale delineare un salto culturale necessario nella nostra iniziativa.

Oggi si sommano precarietà vecchie con le nuove indotte dalla legge 30, non tanto per quello che queste norme hanno realmente realizzato (molte non sono ancora operative) ma, per la cultura della precarietà e della frantumazione che hanno indotto nel mondo del lavoro e non solo di parte datoriale.

Oggi siamo di fronte all’esclusione dal ciclo organizzativo e dai trattamenti collettivi consolidati dalla contrattazione di secondo livello di un numero consistente di lavoratori:

Contratti a Termine:

- trattamento economico non uguale agli altri: salario variabile e non solo.

- diritto di precedenza per gli stagionali da affermare (il CCNL del terziario l’ha demandato al 2°livello)

Part time:

- diritto di precedenza nel passaggio a full time rispetto nuove assunzioni

- assunzioni per il fine settimana fisso o per le domeniche fisse

turni ad hoc

- per soddisfare organizzazione del servizio non concordate; penso all’ occupazione per il lavoro notturno.

Interinali

CoCoCo – CoCoPro

- per quelle figure che sono sostanzialmente dei subordinati

Dobbiamo assumere la decisione di orientare la contrattazione per realizzare:


La battaglia contro la legge 30, le scelte fatte nel CCNL devono avere questa continuità teorica e pratica nel 2° livello.

Se noi non lo faremo, in un futuro non lontano tutti questi lavoratori ci chiederanno il conto della nostra inazione.

Questione salariale

Sui vari aspetti

1. Declinare in modo diverso il principio da salvaguardare del rifiuto al doppio regime.

Cosa è cambiato l’ho detto.

2. Le scelte della gradualità temporale per raggiungere il salario fisso aziendale hanno raggiunto il limite e in alcuni casi lo stanno superando: 60-70 mesi per le nuove aperture cancellano, nella sostanza, il salario fisso

Che fare? E’ ipotizzabile utilizzare la via imboccata dalla contrattazione Coop Estense quale metodo (non come modello).

Non tempi di calendario per raggiungere al salario fisso consolidato, ma siano i risultati economici dell’impresa, dell’unità produttiva, con un suo meccanismo, a scandire i tempi, corti dove va bene e lunghi dove va male?

2° aspetto: Qualità del salario

Salario variabile: indicatori


- soddisfazione clienti e di qualità del lavoro

- utilizzo impianti

Occorrono scelte per allocare in modo più consistente che nel passato sul territorio, sull’unità produttiva quote di salario soprattutto i riferimento all’utilizzo degli impianti.

Il come farlo non è il problema, abbiamo già schemi collaudati anche se per piccole quote.

Consolidamento : è il tempo meno indicato ma, è il tempo per parlarne. Meno indicato visto l’andamento dei consumi e quindi degli affari delle imprese.

Però dobbiamo:

E’ aperto un discorso – va articolato.

DECENTRAMENTO

L’obiettivo è rispondere alle istanze di decentramento e protagonismo dei territori, delle RSU nelle imprese di gruppo nazionale.

Non sono sufficienti le materie demandate alla gestione decentrata, che pure sono tante, soprattutto quelle legata all’organizzazione del lavoro, all’orario e, in parte per alcune quote, al salario aziendale.

Dobbiamo tener nel giusto conto

Occorre mettere in campo un complesso di questioni che mentre da un lato richiamino il bisogno del momento nazionale per il confronto sulla politica del gruppo, dall’altro realizzino una contrattazione che crei nel territorio e nell’unità produttiva l’esigenza di contrattare.

I temi centrali che ho indicato attorno ai quali incardinare la contrattazione di secondo livello vanno tutti in quella direzione:


Il consenso non lo si realizza con un voto in piattaforma o in accordo ma lo si costituisce realizzando con gli interessati il progetto. Il là è Nazionale ma la costruzione è territoriale;
- gli indicatori di qualità

- gli indicatori di utilizzo degli impianti

- gli indicatori legati all’organizzazione del lavoro

sono di territorio e di unità produttiva;


Il baricentro si sposta e si tenta di unificare i due momenti :organizzazione del lavoro – flessibilità e contrattazione del salario.

Per i quadri bisogna continuare nella nostra propensione a trattare anche per loro, forse siamo l’ultima categoria che testardamente persegue questa strada ma è giusto continuare.

Per ciò non dimentichiamo quello che non siamo riusciti a realizzare nel contratto nazionale:

Come ultima questione:

leasing di manodopera

lavoro a chiamata

sono due capitoli non normati nel CCNL che è proibito normarli nel secondo livello.