19 novembre 2012


La domenica, A misura di Gdo

Dopo mesi di accesi dibattiti sulla legislazione delle aperture domenicali e festive dei negozi, che ha visto come
protagonisti la grande distribuzione, i piccoli esercenti, la Filcams Cgil e le istituzioni, la Regione Veneto ha deciso di studiare in maniera scientifica la situazione. Nasce così la ricerca dal titolo “Progetto Molo: primi risultati del monitoraggio sulle liberalizzazioni degli orari dei negozi” a cura del Centro Studi Unioncamere Veneto, costruita
attraverso focus group e indagini telefoniche ad operatori commerciali e consumatori. Come sottolinea Adriano Filice, segretario regionale Filcams Cgil Veneto, “pur mancando la voce dei lavoratori occupati nel settore, i dati emersi sono comunque molto utili e confermano le motivazioni che sono alla base delle nostre campagne contro le aperture domenicali e festivi dei negozi”.
Le domande fatte agli operatori del settore sono state tante e di varia natura, a partire dall’effetto delle aperture domenicali e festive sul fatturato, fino ad arrivare agli impatti urbanistici e ambientali, e alle implicazioni occupazionali. Nonostante le evidenti differenze tra la grande e la piccola/media distribuzione, su alcune risposte c’è assoluta convergenza: per entrambe le realtà, ad esempio, il fatturato rimarrà stabile anche in presenza di aperture domenicali e festive e si prevede che il relativo aumento dei costi non sarà compensato da un aumento delle vendite.
Stessa affinità riguarda le risposte in merito alla previsione di nuove assunzioni per coprire le maggiori aperture: sia i grandi che i piccoli commercianti problema attraverso una diversa organizzazione del lavoro o un aumento del volume di lavoro per gli attuali addetti. Secondo Filice proprio questi sono gli elementi più significativi e che maggiormente danno forza alle ragioni del sindacato: la mancanza di incremento occupazionale dichiarato e il mancato aumento del fatturato sono fattori da tempo sostenuti dalla Filcams e adesso confermati empiricamente dalla ricerca. Emerge chiaramente anche la differenziazione tra Gdo e piccolo/medio esercente, con un forte disagio che grava su quest’ultimo che non avendo a disposizione leve organizzative, si vede costretto a passare più ore nel punto vendita.
In sostanza il motivo che spinge ad aprire la domenica è una pura logica di concorrenza. Anche rispetto alla organizzazione della aperture non c’è un alto grado di soddisfazione da parte degli esercenti: chi vorrebbe piena autonomia nella decisione, chi vorrebbe aprire solo un paio di domeniche al mese, chi pensa che le aperture vadano concordate e affiancate da altre iniziative dei Comuni. Insomma il problema è: chi decide quando tenere aperto?
“I Comuni – spiega il segretario della Filcams veneta – nel corso degli incontri avvenuti nei mesi scorsi tra le parti sociali in Veneto, hanno spesso lamentato una situazione di impotenza rispetto alle grandi catene commerciali che decidono autonomamente scavalcando qualsiasi tipo di confronto con le istituzioni territoriali, avvalendosi
della normativa nazionale e aprendo quindi 365 giorni all’anno.” Dall’altro lato, a quanto risulta dalla indagine telefonica, gli stessi consumatori non sembrano essere particolarmente favorevoli alle aperture domenicali e festive, il 62% degli intervistati infatti si dichiara sfavorevole, sostenendo per lo più che la domenica è fatta per riposare e va dedicata alla famiglia.
Risulta anche una certa insoddisfazione rispetto all’organizzazione delle aperture, sia per l’impatto negativo su diversi aspetti quali la mobilità, il contesto ambientale, i servizi integrativi. Addirittura molte persone pensano che le aperture domenicali o festive possano portare un aumento dei prezzi. Le aperture domenicali in sostanza
vengono vissute più come uno svago che non una necessità legata ai consumi e i centri commerciali diventano quindi meta sostitutiva della ormai desueta gita fuori porta. Insomma, dati alla mano, sembra che la liberalizzazione degli orari e delle aperture commerciali volute dal governo Monti, non abbia in realtà soddisfatto né i consumatori, né i piccoli esercenti, né le istituzioni territoriali e tanto meno, aggiunge Filice, gli occupati del settore. La battaglia della Filcams Cgil, nel Veneto come in altri territori, proseguirà con ancora più vigore a partire dalla prossima festività già messa in discussione: il primo novembre, festa di Tutti i Santi. Nel comunicato unitario i sindacati invitano la Grande distribuzione a fermarsi e riflettere, a confrontarsi con le parti sociali per condividere una programmazione delle aperture che prenda in considerazione anche i servizi per le lavoratrici e i lavoratori del commercio. Si chiede che le eventuali limitate aperture domenicali rientrino in un sistema che veda la città protagonista; città che dovrebbero promuovere l’arte e la cultura come offerta turistica e modo di viverla per i cittadini. Si legge sempre sul comunicato sottoscritto dai segretari regionali di Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil: “Noi chiediamo ai consumatori di fermarsi e riflettere. È proprio indispensabile trovare i negozi aperti tutte le domeniche ? È proprio indispensabile trovare tutti i supermercati aperti tutte le domeniche, a qualsiasi giorno e ora. Fermiamoci e confrontiamoci come si conviene a un paese che vuole aver un domani civile.”


Diario Terziario Novembre 2012