La Piadineria ha basato la sua espansione su un modello che prevede poco personale estremamente flessibile senza alcun riconoscimento economico in cambio. Per anni l’azienda ha utilizzato impropriamente un accordo territoriale su tutto il territorio nazionale, che prevedeva una forte flessibilità oraria. Su richiesta di Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs nazionali l’azienda ha disdetto l’accordo che non è più in vigore dal 30 novembre 2019. Nonostante questo, la Piadineria continua ad applicare, in assenza di qualsiasi intesa, ai lavoratori e alle lavoratrici con contratti part time formule di flessibilità ed elasticità, spostando l’orario di lavoro su giorni e fasce sempre diverse e inventando medie orari mensili che non sono previste dalla legislazione sul part time e dal contratto nazionale! Inoltre, continua a violare il contratto nazionale anche sulla trattenuta pasto, facendo pagare ai lavoratori il pranzo molto di più di quanto previsto! I lavoratori e le lavoratrici part time che non hanno sottoscritto le clausole elastiche e flessibile non sono obbligati a spostare i loro orari e hanno diritto a una collocazione giornaliera e settimanale certa! Tutti i lavoratori e le lavoratrici part time non devono superare le ore settimanali previste dal proprio contratto individuale se non volontariamente e con la maggiorazione del 30% prevista dal contratto nazionale! Non possiamo dare disponibilità estrema per paghe da fame! Chiediamo a La Piadineria di applicare la normativa sul part time e di adeguarsi al buono pasto previsto dal CCNL, smettendo di trattenere importi maggiori! Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Nazionali unitamente alle strutture sindacali territoriali chiedono all’azienda di aprire un serio confronto sulle condizioni di lavoro accogliendo le richieste della piattaforma per il contratto aziendale presentate ormai da mesi!