Oggi davanti alla galleria della accademia le lavoratrici e i lavoratori di Opera hanno manifestato per chiedere garanzie occupazionali e certezze sul loro futuro. Una mobilitazione che è destinata a continuare e ad allargarsi. I dipendenti di Opera che nei musei fiorentini si occupano dei servizi aggiuntivi quali biglietteria, bookshop e didattica non sono nuovi a questo tipo di iniziative. Nel 2015 le loro azioni di lotta determinarono le condizioni per un accordo nazionale con l'allora Ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini che avrebbe dovuto assicurare a tutte le lavoratrici e i lavoratori del settore adeguate garanzie occupazionali ( clausole sociali) nei subentri in concessione delle imprese che forniscono questo tipo di servizi. Purtroppo i bandi di gara emanati da Consip non hanno tradotto alla lettera quanto previsto dall'accordo quadro nazionale e pure la  conseguente richiesta di incontro avanzata tempestivamente da Filcams, Fisascat e Uiltucs all'attuale titolare del dicastero, Alberto Bonisoli, è rimasta ,all'oggi, senza riscontro. "Siamo preoccupati per il silenzio del Ministero dei Beni Culturali che abbiamo più volte richiamato, in questi anni, al rispetto degli impegni presi. Vogliamo certezze per tutti i lavoratori italiani interessati dai cambi di concessione, che rischiano di veder lesa la propria professionalità, e intaccata la propria stabilità occupazionale" a dichiarato Cristian Sesena della Filcams Cgil Nazionale: " la cultura non può essere oggetto di tagli e il fattore lavoro va promosso e difeso, anziché avvilito con politiche di risparmio insensate che abbassano solo gli standard qualitativi della nostra offerta culturale" Con la cultura si mangia, con la cultura si cresce, ma soprattutto con la cultura nel nostro paese si deve garantire a creare buona occupazione.