Ritiro dei 170 licenziamenti Natuzzi già annunciati, avvio di un confronto con le Rsu e rilancio del piano industriale: sono gli importanti risultati ottenuti nella vertenza Natuzzi dopo l’incontro di ieri al ministero del Lavoro tra i vertici dell’azienda, i tecnici del dicastero e del Mise, i funzionari della Regione Puglia, le segreterie nazionali, regionali e territoriali di Puglia e Basilicata di FenealUil, Filca-Cisl, Fillea-Cgil, le Rsu e le segreterie nazionali dei sindacati del commercio Filcams-Cgil Fisascat-Cisl Uiltucs. Natuzzi ha richiamato i 170 lavoratori licenziati per far posto ad altrettanti reintegrati a seguito della sentenza del Tribunale di Bari. I lavoratori, insieme ai 35 della new confort, saranno impiegati dal 1° gennaio 2018 direttamente nella lavorazione del divano all’interno dei siti operativi aziendali, utilizzando gli ammortizzatori sociali attualmente in essere come la Cassa integrazione straordinaria e i contratti di solidarietà, evitando però ripercussioni sui colleghi attualmente impiegati. Natuzzi ha inoltre preso l’impegno di ripartire dal confronto presso il Mise per il rilancio del piano industriale che coinvolga tutti gli stabilimenti. “Ovviamente – spiegano Feneal, Filca, Fillea – non abbassiamo la guardia, e al contempo chiediamo il massimo impegno dell’azienda e delle istituzioni per il rilancio delle produzioni in tutti gli stabilimenti della Natuzzi. Già ieri – sottolineano - abbiamo inviato una richiesta d’incontro al Mise e alle Regioni Puglia e Basilicata per continuare la nostra azione sindacale e per garantire il rispetto degli impegni, salvaguardando i livelli occupazionali di questo importantissimo presidio industriale, che rappresenta un’eccellenza del Made in Italy nella produzione di elementi d’arredo e una delle poche realtà imprenditoriali che ancora operano nel Sud del Paese”. Soddisfazione è stata espressa dalle segreterie nazionali di Filcams Cgil, Fisascat Cisl Uiltucs, che hanno sottolineato come, dal confronto costruttivo tra le parti sociali e con il contributo attivo delle istituzioni –Mise, Ministero del lavoro, Regione Puglia- si sia riusciti a trovare buone soluzioni per rilanciare la produzione nazionale degli elementi di arredo e del divano, recuperando una parte di quanto delocalizzato all’estero e rendendo, con ciò, ancora più appetibile il loro acquisto da parte dei consumatori italiani.