Situazione critica quella dei negozi Mercatone Uno: sono a rischio più di 3500 lavoratori in tutta Italia.

Il tribunale di Bologna ha autorizzato la svendita in 34 dei 79 punti vendita,  ai quali l’azienda ha comunicato anche la chiusura entro il 27  aprile, in alcuni casi addirittura entro una settimana. Nonostante il ricorso ai Contratti di Solidarietà ormai da anni, la chiusura di circa 10 punti vendita nello scorso anno,  la dichiarata riduzione delle spese di struttura e l’accordo sottoscritto lo scorso luglio con il sistema bancario per la ristrutturazione del debito, l’azienda ha continuato ad accumulare debiti fino ad arrivare sull’orlo del fallimento. In seguito  all’istanza di concordato preventivo, presentata dall’azienda il 19 gennaio scorso, sono pervenute 3 manifestazioni di interesse di potenziali acquirenti, che speriamo si traducano a breve in proposte di acquisto concrete.  Le eventuali proposte dovranno essere poi valutate dal tribunale competente. Appare tuttavia certo che i il numero dei negozi coinvolti sia poco più del 50%, ne è prova l’avvio delle svendite. Intanto, il 21 e il 22 marzo, le lavoratrici e i lavoratori di molti punti vendita incroceranno le braccia per protestare contro la gestione aziendale e la possibile prossima  chiusura. In tutte le regioni ed in tutti i territori,  l’avvio della svendita delle merci, e l’annuncio delle prossime chiusure  da parte dell’azienda ha fatto alzare la tensione, e dipendenti e sindacati hanno organizzato sit in di protesta davanti ai diversi punti vendita. “Da molti mesi stiamo manifestando tutta la nostra preoccupazione alla dirigenza di Mercatone ” afferma Sabina Bigazzi della Filcams Cgil Nazionale, “arrivati a questo punto, se  non si dovesse concretizzare a breve una delle manifestazioni d’interesse richiamate, é chiaro che la procedura concordataria potrebbe degenerare e trasformarsi in fallimento. Unitariamente  alle altre organizzazioni sindacali avevamo chiesto un incontro al Mise ed al Ministero del Lavoro. Il Mise ci ha convocato una prima volta lo scorso 12 marzo, insieme all’azienda ed a numerose regioni che si erano già attivate  consapevoli delle pesanti ricadute sociali che ne potrebbero derivare. Al Mise abbiamo chiesto di farsi garante della gestione della situazione, poiché è necessario trovare risposte per tutte le lavoratrici ed i lavoratori di Mercatone al fine di salavguardare al massimo l’occupazione,  anche in  termini di ammortizzatori sociali.  Il Mise ha accolto la nostra richiesta e ci ha già riconvocato per il prossimo 01 aprile. Alla luce di quello che è avvenuto nell’ultima settimana è evidente che l’incontro sarà cruciale. Ancora, però, non abbiamo notizie dal Ministero del Lavoro.”