Da 24 mesi i lavoratori del turismo aspettano il contratto, venerdì 8 maggio 2015 sono stati i clienti di Mc Donalds San Babila ad aspettare il Mc menù. Oggi i lavoratori del Mc Donalds di piazza San Babila hanno proclamato “la prima” delle ore di sciopero indetto dalle organizzazioni sindacali Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil di Milano dopo lo scorso 15 aprile. L’iniziativa ovviamente ha procurato un disagio a coloro che si apprestavano a consumare un pasto presso il ristorante Mc Donald’s di San Babila; ma la stessa situazione si potrà verificare nelle prossime settimane in altri pubblici esercizi di Milano. FIPE (Federazione Italiana Pubblici Esercizi), - associazione cui aderiscono: Autogrill, McDonald’s, My Chef, Chef express, Airest, Vera, Sarni, My Sushi e altre aziende della ristorazione veloce - continua a mantenere una chiusura nei confronti delle richieste delle Organizzazioni Sindacali per rinnovare il contratto nazionale del turismo. "Dopo lo sciopero nazionale unitario del 15 Aprile, Fipe Confcommercio, unico caso fra le controparti interessate dall'agitazione, ha continuato il suo incomprensibile arroccamento, non riaprendo il tavolo di trattativa” spiega Cristian Sesena, segretario nazionale della Filcams Cgil. “L'iniziativa di San Babila non è che la prima, e Milano non sarà l'unica piazza dove le lavoratrici e i lavoratori si mobiliteranno, senza preavviso e "spontaneamente" per far sentire la loro voce. Con Expo in corso non è infatti accettabile che più di 700 Mila addetti della ristorazione commerciale siano ancora  senza contratto di lavoro. Fipe Confcommercio deve riaprire  il negoziato col sindacato per trovare soluzioni equilibrate e condivise". Le lavoratrici e i avoratori di ristoranti, bar etc.  con il proprio lavoro 7 giorni su 7 spesso per 24 ore al giorno nelle città, aeroporti, stazioni, autostrade garantiscono i servizi a milioni di persone. Contribuiscono quotidianamente a far si che l’Italia recuperi il posto che merita tra le destinazioni turistiche internazionali visto il prezioso patrimonio artistico e paesaggistico che possiede. Ora basta, vogliamo il contratto.