27 settembre 2011


Morte sul lavoro: Esselunga rinviata a giudizio

Esselunga, nota catena della grande distribuzione, sarà sottoposta a processo per l’incidente avvenuto nell’ottobre del 2009, quando un operaio perse la vita dopo essere rimasto schiacciato da un mezzo pesante nell’area scarico merci di un punto vendita di Milano.
Il Pubblico Ministero ha chiesto il rinvio a giudizio per la Camozi Autotrasporti, per la quale lavorava l'uomo deceduto, per non aver proceduto a fornire al dipendente, appena assunto, un'adeguata formazione; ed anche per la catena distributiva di Bernardo Caprotti.
Esselunga è stata imputata in base alla legge sulla prevenzione degli infortuni sul lavoro; la tragedia, infatti, si sarebbe potuta evitare se l’azienda avesse eliminato le "pendenze improprie del piazzale merci del supermercato" e realizzato "uno spazio di rifugio antischiacciamento" per gli autisti. Secondo il PM inoltre, l’assenza di misure di sicurezza, è stato, per Esselunga, "un vantaggio per risparmio di costi di adeguamento antinfortunistico del supermercato".
Dal canto suo Esselunga, che ha dichiarato di aver appreso solo dai giornali dell’avvenuta richiesta di rinvio a giudizio, ha contestato radicalmente i teoremi accusatori, e “le insinuazioni per le quali l'azienda avrebbe risparmiato sulla sicurezza”.
“Ancora una volta” ha affermato Giorgio Ortolani della Filcams Cgil di Milano “sono i lavoratori a pagare con la vita la scarsa attenzione delle aziende al rispetto delle norme a tutela della sicurezza e della salute sul lavoro".
Un prezzo intollerabilmente alto, che ci chiama tutti a mettere in campo ogni energia per evitare che tragedie del genere debbano ripetersi.