La Categoria dei Servizi della CGIL aveva chiesto di confermare e inserire nel nuovo Codice dei Contratti Pubblici norme per la tutela, la qualità e la sicurezza del lavoro negli appalti di servizi, che riguardano circa 800mila lavoratrici e lavoratori.
“Il nuovo Codice degli Appalti, invece, inseguendo il principio del risultato e del fare presto, nei fatti rischia di mettere in discussione la sostenibilità sociale degli appalti e la qualità del lavoro, rendendo più complicati i controlli, dando spazio a possibile perdita di occupazione e reddito, contratti pirata, illegalità”
Prosegue Russo “si sanciscono gli affidamenti diretti e senza gara, si liberalizza il subappalto a cascata, aumenta la discrezionalità della committenza e la difficoltà nelle verifiche, si introduce una revisione dei prezzi che non riconosce gli aumenti del Contratto Nazionale applicato nell’appalto e non tutela i lavoratori ma gli operatori economici, realizzando pericolosi passi indietro rispetto alle norme oggi in vigore e ai principi contenuti nella Legge Delega 78/2022.”
Rispetto agli appalti di servizi, il Segretario afferma che “difenderemo tutte le norme conquistate con le iniziative sindacali, come l’obbligatorietà della Clausola Sociale e l’indicazione dei Contratti Collettivi nei bandi, l’esclusione dei costi della manodopera dai ribassi, l’utilizzo del miglior rapporto qualità/prezzo per gli appalti di servizi, stesso trattamento economico e normativo per il subappalto, reintroduzione del limite per il punteggio economico, confermando il giudizio critico complessivo sul nuovo Codice Appalti”.
“La Filcams CGIL è pronta a mettere in campo tutte le azioni sindacali necessarie – conclude Fabrizio Russo - a partire da richiedere con più forza alle committenze la contrattazione di anticipo, dalle vertenze alle denunce, per perseguire e confermare diritti, legalità, trasparenza, sicurezza, lavoro di qualità, condizioni ancora più necessarie negli appalti di servizi, dove ogni arretramento graverebbe direttamente sulle condizioni di 800mila lavoratrici e lavoratori, per la maggioranza donne, spesso a part time involontario, e sulla qualità dei servizi erogati in settori essenziali per i cittadini, negli ospedali, nelle scuole, nelle RSA ”