Fin dalla sua emanazione nel 2016 il Codice dei Contratti Pubblici èstato oggetto di modifiche e interventi. Quelli fatti negli ultimi tre anni hanno visto la CGIL, con la Filcams, la Fillea e le altre categorie interessate, portare avanti proposte, iniziative, pressioni e mobilitazioni che hanno raggiunto importanti risultati per la tutela e continuità occupazionale, vedi la reintroduzione dell’obbligo di inserimento della Clausola Sociale nei bandi di Gara, norme per la legalità e la salvaguardia dei diritti come l’utilizzo dell’Offerta Economicamente Più Vantaggiosa (OPEV) per l’affidamento degli appalti di servizi labour intensive, stesso trattamento economico e normativo per il subappalto, solo per citarne alcune.
Tutte norme conquistate e contenute nei provvedimenti emanati, come nei vari Decreti Semplificazioni e, da ultimo, nel DDL Appalti (L.78/2022). Il testo del nuovo Codice redatto dalla Commissione di esperti presso il Consiglio di Stato è fatto di luci ed ombre. La prima versione dello Schema conteneva e confermava, per larga parte, le norme richieste e condivise dalla nostra Organizzazione, norme dirimenti come l’esclusione dei costi della manodopera, oltre che della sicurezza, dagli importi assoggettati al ribasso, l’indicazione dei CCNL e territoriali sottoscritti dalle Categorie di CGIL, CISL e UIL, un rafforzamento delle modalità di controllo e le altre norme qualificanti.

Il Governo Meloni e il Ministro Salvini stanno invece operando per modificare norme condivise e fare alcuni passi indietro rispetto a diritti e tutele, come ad esempio l’introduzione del c.d. “subappalto a cascata”, e gli affidamenti diretti, dando spazio a poca trasparenza e possibile corruzione.
La Filcams CGIL chiede al Governo che si confermino tutte quelle norme utili a dare diritti, legalità, trasparenza, lavoro di qualità, soprattutto negli appalti di servizi dove il costo del lavoro è la parte preponderante del valore degli appalti e per questo ogni arretramento andrebbe ad incidere direttamente sulle condizioni delle centinaia di migliaia di lavoratrici e lavoratori, per la maggioranza donne, spesso a part time involontario, e sulla qualità dei servizi resi alla cittadinanza, in settori essenziali come gli ospedali, le RSA, le scuole ed altri.

Per la Filcams è necessario in particolare  confermare e rendere cogente la norma sulla obbligatorietà della Clausola Sociale, confermare e definire l’adozione del DURC di congruità dell’incidenza della manodopera negli appalti di servizi, salvaguardare l’indicazione nei bandi dei contratti collettivi e territoriali sottoscritti dalle associazioni sindacali e datoriali comparativamente più rappresentative, confermare l’esclusione dei costi della manodopera dai ribassi delle offerte di gara e inserire quanto previsto dalla Legge Delega 78/2022, oggi non presente nel testo, rispetto al meccanismo di revisione dei prezzi includendo anche quelli derivanti dalla variazione dei costi per i rinnovi dei contratti collettivi di lavoro. E’necessario che le norme del Nuovo Codice degli Appalti siano strumento utile a garantire non solo il risultato, ma anche e soprattutto la sostenibilità sociale degli appalti, come sancito dall’Unione Europea, per un lavoro di qualità, che tuteli la continuità occupazionale, reddituale e dei diritti delle lavoratrici e dei lavoratori.
La Filcams CGIL saràpronta a mettere in campo tutte le iniziative per perseguire e confermare questi principi e obiettivi.