4 luglio 2012


Orvea. Caramelle (Filcams Cgil): “Diritti civili estesi anche a coppie di fatto e non eterosessuali”


È un contratto nuovo, per certi aspetti innovativo, soprattutto sul fronte dei diritti civili e della conciliazione, quello che la Filcams Cgil del Trentino ha firmato con Orvea, azienda della grande distribuzione trentina con tredici punti vendita tra la nostra provincia e quella di Verona dove lavorano circa 470 dipendenti. Ma il contratto appena siglato garantisce, allo stesso tempo, la salvaguardia di diritti e tutele conquistate in trent'anni di contrattazione aziendale, messi a rischio dalla decisione, assunta dai vertici di Orvea nell'ottobre 2010, di disdettare la parte economica dell'integrativo e far ripartire da zero la contrattazione sul premio di risultato. Una scelta che la Filcams ha sempre contestato giungendo anche alla decisione “estrema” di
portare l'azienda in tribunale per vedere riconosciuta la validità del contratto aziendale. Ora, con la firma del nuovo contratto, Filcams Cgil e Orvea hanno definitivamente deposto le armi sul fronte giudiziario rinunciando alla causa in via di definizione davanti al giudice del
lavoro del tribunale di Trento.«Il nostro sindacato – spiega Roland Caramelle, segretario generale della Filcams Cgil del Trentino –insieme ai delegati hanno sostenuto una battaglia lunga quasi due anni. E negli ultimi mesi, grazie ad incontri serrati e riservati della segreteria Filcams con l'azienda per giungere ad una soluzione contrattuale, abbiamo visto riconosciuta anche nei fatti la bontà di quella lotta. Abbiamo infatti riconquistato diritti e tutele frutto della contrattazione passata che era stata messa in discussione dalla disdetta unilaterale del contratto aziendale sulla parte economica da parte di Orvea».

«Sono i diritti civili – aggiunge Caramelle – a caratterizzare questo contratto. Abbiamo potenziato permessi e tutele in caso di maternità e lutti familiari, ossia in tutte quelle occasioni in cui diventa particolarmente difficile conciliare lavoro ed affetti. Ma li abbiamo
anche estesi a coppie di fatto e non eterosessuali per abbattere una barriera che la legge ancora oggi innalza tra nuclei familiari “canonici” e le diverse forme di convivenza che caratterizzano oggi la nostra società sulla base di una libera scelta degli individui.
Confidiamo che, come successe spesso in passato, i contratti di lavoro diventino uno sprone a modificare la legge e rendere universali questi diritti».