24 settembre 2014


Palermo, nasce il coordinamento beni confiscati

Un coordinamento sui beni confiscati alla mafia si è costituito presso la Cgil di Palermo. Ne fanno parte il gruppo dirigente di Palermo, i segretari delle categorie e i segretari delle 8 Camere del Lavoro della provincia di Palermo. L'esigenza è di dotare il sindacato di una cabina di regia confederale per elaborare una visione collettiva delle vertenze in corso, partendo dalle esperienze maturate in questi anni presso le singole categorie della Cgil. "Occorre una visione d'insieme. In questi anni la Cgil di Palermo – ha dichiarato il segretario generale della Cgil di Palermo Enzo Campo - è stata punto di riferimento nella difesa dei lavoratori delle aziende sequestrate e confiscate alla mafia. Il fenomeno ha riguardato in particolare alcune nostre categorie: gli edili, la Filcams che ha seguito il 45 per cento delle vertenze che hanno riguardato il terziario, la Fiom, la Flai, la Funzione pubblica, i trasporti. Ma potrebbe allargarsi alle altre".
"In alcune vertenze-simbolo che seguiamo da dieci anni, come quelle delle aziende dell'ex gruppo Aiello di Bagheria, sono tre le categorie che interferiscono: gli edili, i metalmeccanici che il comparto sanità. Per questo - aggiunge Enzo Campo- è necessario trovare una sintesi tra le varie esperienze e una modalità di lavoro condivisa tra tutte le categorie per governare con competenza il settore. Le tipologie delle aziende sotto esame sono differenti: bisogna muoversi dalla peculiarità di ciascuna realtà, considerando i singoli contesti, le difficoltà, anche quelle riscontrate nel rapporto con gli amministratori giudiziari, le esigenze di mercato, le aspettative e i diritti dei lavoratori delle aziende bonificate. E considerare che oggi su 82 comuni della provincia di Palermo, 52 sono ormai i territori interessati ai provvedimenti di sequestro e confische".