Il marchio della grande distribuzione, ormai noto per le continue disattenzioni ai diritti del personale, ha deciso “reinternalizzazione” parte rilevante dei servizi di pulizia, precedentemente gestiti in appalto, con conseguenze pesanti sull’occupazione per centinaia di lavoratori indiretti e con un ulteriore peggioramento delle condizioni di lavoro per i propri dipendenti chiamati a farsi carico anche di attività di pulizia.
Dopo lo stato di agitazione proclamato unitariamente all’inizio del mese, la questione è stata affrontata nell’incontro con la direzione aziendale che si è tenuto lo scorso 20 ottobre nel contesto del quale l’impresa, pur a fronte di importanti sollecitazioni di parte sindacale, ha ribadito la propria determinazione e l’intenzione di portare quanto prima e diffusamente a definizione la
prevista riorganizzazione.
“Si tratta soltanto dell’ultimo di una lunga serie di gravi atti unilateralmente adottati dalla società che, in questa fase, colpisce tanto i lavoratori in appalto, già in condizione di forte precarietà, quanto i diretti che nel corso dell’ultimo decennio hanno subito un inesorabile arretramento in termini di diritti e salario” afferma Fabrizio Russo, segretario nazionale della Filcams Cgil. “Quanto accaduto rappresenta l’ennesima lacerazione dei rapporti tra sindacato ed azienda, ormai sostanzialmente compromessi dal 2009, anno delle disdette della contrattazione integrativa Pam e Panorama.”
Per questo la Filcams, insieme al coordinamento dei lavoratori, sta definendo un primo piano di azione da mettere in atto nei prossimi giorni, per organizzare mobilitazione ed iniziative, avviare una campagna di comunicazione e gestire gli ordini di servizio aziendali inerenti allo svolgimento di attività di pulizia.
I sindacati hanno chiesto un incontro urgente alla presenza dell’AD, per avviare un confronto su piano e strategie commerciali, andamento e prospettive del Gruppo, situazione occupazionale e verifica delle riorganizzazioni avvenute e prossime.