15 febbraio 2011


Parafarmacie e la 'Farmacia dei Servizi': la posizione dei sindacati

In queste settimane sono tornate a girare notizie riguardo la volontà parlamentare di presentare un progetto di legge che prevede la sanatoria degli esercizi di vicinato trasformandoli in farmacie convenzionate con il Servizio Sanitario Nazionale.
Su tale possibilità esprimono il loro disaccordo le Organizzazioni sindacali Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil.
“Un tale provvedimento legislativo” affermano i sindacati “determinerebbe non una modifica derivante da un riordino complessivo del settore, ma un mero atto impositivo irriguardoso e svilente per l’intero sistema di dispensazione del farmaco, e, non da ultimo, per quei professionisti che hanno sempre rispettato le vigenti regole di assegnazione delle nuove sedi farmaceutiche.”
Il sorgere “spontaneo” di tante parafarmacie è avvenuto, tra l’altro, senza rispettare i criteri della programmazione delle farmacie sul territorio (“pianta organica”).

“Non chiediamo la chiusura delle parafarmacie” specificano Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil “ma esse devono permanere nell’ambito dell’attuale normativa, grazie alla quale, del resto, sono nate.”
Le Organizzazione sindacali Nazionali, attualmente impegnate ai tavoli di rinnovo dei Contratti Nazionali dei dipendenti sia di farmacia privata che pubblica, ritengono necessario poter esprimere le loro posizioni di merito anche sul più ampio tema della legge di riordino della dispensazione del farmaco che dovrebbe ufficializzare la nascita della “Farmacia dei Servizi”.
Le piattaforme sindacali presentate a Federfarma ed Assofarm, sottolineano “la necessità, a partire dal tema dell’inquadramento degli addetti, di far sì che il riordino complessivo della normativa del settore si traduca in un’occasione di valorizzazione delle professionalità esistenti, di nuova occupazione, e di percorsi di crescita professionale”.
“Riteniamo pertanto utile” concludono le organizzazioni sindacali “offrire un nostro contributo costruttivo alla discussione in atto in seno alla XII Commissione Salute del Senato della Repubblica, alla quale richiederemo in tempi rapidi un’audizione”.