29 settembre 2011


Parma: Tangenti Mense Scolastiche: Volevano Farle Pagare Ai Lavoratori


Easy money, è l’inchiesta per corruzione che qualche giorno fa ha portato all’arresto di 4 persone tra cui un assessore comunale, titolare della scuola e delle politiche per l'infanzia.
Alla bufera di questi giorni, seguono i commenti delle organizzazioni sindacali territoriali Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil, coinvolte in una difficile trattativa con due ditte che svolgono il servizio mensa nelle scuole materne e in alcuni nidi del Comune. Copra e Parma Multiservizi, sostenendo di aver avuto un minor contributo da parte del Comune di Parma, hanno tentato di ridurre gli organici, tagliando le ore previste dai contratti, mettendo fortemente in discussione sia i diritti e il reddito delle lavoratrici (in prevalenza donne con contratti part time, quindi già fortemente penalizzate), sia la qualità del servizio erogato ai bimbi.
“Ora si comprende meglio – commenta la Filcams Cgil– quale fosse la vera ragione che portava l’azienda a comprimere sempre di più il costo del lavoro, a scapito delle addette e dei bambini. Volevano far ricadere su di noi il costo delle tangenti”.
Non solo: i sindacati, durante la vertenza, hanno informato l’assessorato alle Politiche Educative della situazione, e richiesto un intervento sulle ditte appaltatrici. Per tutta risposta hanno ricevuto unicamente dall’assessore Bernini una lettera fredda e formale, in cui dichiarava non essere di sua competenza intervenire sull’organizzazione del servizio.

“Ancora una volta” constatano amaramente sindacati di categoria e rappresentanti dei lavoratori “queste vicende confermano che il proliferare degli appalti sui servizi di pubblica e primaria utilità rischia di favorire, grazie anche alla mancanza di controllo e trasparenza, il diffondersi del malcostume e dell’illegalità.”
“Si ribadisce quindi l’urgenza di rafforzare quelle norme e procedure volte a tutelare utenti e lavoratori, tramite un attento controllo di tutto il processo di affidamento: altro che snellire le procedure burocratiche come vorrebbe l’ineffabile ministro Brunetta, che solo ieri – sarà un caso – proponeva di abolire la certificazione antimafia dovuta dalle imprese.”