Continua l'estate calda nei villaggi Valtur, dove sono ancora incerte le prospettive per i lavoratori e le lavoratrici stagionali dopo lo stop alla trattativa imposto dall'azienda. Ormai quasi tutti sono partiti per le vacanze, ma in queste settimane ci sono dei lavoratori che lavorano a ritmi tutt'altro che vacanzieri: sono gli stagionali dei villaggi turistici, che con il loro impegno consentono relax e servizi per i milioni di italiani e stranieri che affollano il Bel Paese in agosto. Ma questo impegno e questa professionalità non ricevono adeguato riconoscimento: riduzione della NASPI, precarietà, stipendi bassi e lavoro nero. Ed anche nei grandi gruppi la tensione al risparmio sul costo del lavoro si fa sentire, a tutto vantaggio delle speculazioni e dei profitti dei proprietari. E così capita che Valtur (di recente acquisita da Investindustrial di Andrea Bonomi) riduca all'osso il personale e si rifiuti di firmare un accordo sulla continuità occupazionale che consenta ai lavoratori e alle lavoratrici di guardare serenamente alla prossima stagione. La Filcams Cgil, visto il fallimento della trattativa lo scorso 24 luglio, ha dichiarato lo stato di agitazione. Dopo le assemblee in Calabria, la mobilitazione coinvolge anche i lavoratori del villaggio Valtur di Ostuni, che attendono fiduciosi la convocazione di un tavolo istituzionale, subito dopo Ferragosto. Non dovesse produrre i risultati sperati, sindacati e lavoratori sono pronti a proclamare lo stato di agitazione nei villaggi Valtur. Un piccolo disagio per i vacanzieri, ma una grande preoccupazione per il futuro a cui l'azienda non ha voluto dare risposta. Il futuro del turismo in Italia passa per scelte che valorizzino la qualità: precarietà e sfruttamento sono il punto debole del nostro sistema di accoglienza. Speriamo che di questo si accorgano presto anche i grandi investitori.