29 luglio 2011


Riforma dell’apprendistato

Il consiglio dei Ministri, il 28 luglio scorso, ha approvato la riforma dell’apprendistato, nuove regole per concedere contributi agevolati e sgravi fiscali per le aziende che assumono apprendisti, ma anche sanzioni per le imprese che non adempiono all’obbligo formativo o semplicemente non rispettano il contratto. Tra le principali novità della riforma: la possibilità per gli under 25 di acquisire una qualifica o un diploma professionale in ambiente di lavoro, contratto di tre anni per gli under 29che devono imparare un mestiere e per la prima volta si potrà utilizzare il contratto di apprendistato nel pubblico impiego, per il praticantato negli studi professionali, per la riqualificazione dei lavoratori in mobilità e per formare giovani ricercatori per il settore privato.
Soddisfazione da parte della Cgil: “Si è raggiunto un risultato importante che dimostra quanto conti un ruolo vero e da protagonista delle parti sociali che ha costretto il governo a dover trattare". E' il commento del segretario confederale della Cgil, Fulvio Fammoni "la nuova legislazione è obbiettivamente un positivo avanzamento rispetto alla normativa in vigore, soprattutto per i lavoratori apprendisti: la durata massima cala a 3 anni dai 6 attuali; è prevista una durata minima; il contratto nazionale è l'unico titolato ad intervenire sulla materia; la quantità di ore di formazione ritorna congrua; viene ripristinato in modo corretto il repertorio delle professioni e la certificazione pubblica; infine, non si potrà più sommare fra loro forme di decremento del salario dell'apprendista".