17 gennaio 2013


Rimini, Concessioni di spiaggia: la proroga al 2020 sia occasione di confronto e di cambiamento per tutelare la qualità e il lavoro

Dopo la proroga di 5 anni ottenuta dal Governo italiano per il rinnovo delle concessioni di spiaggia, si assiste nell'attuale clima pre-elettorale a un nuovo “pressing” di alcune categorie dei bagnini per “fare come la Spagna”, ovvero ottenere decine e decine di anni di proroga.
Proprio in questi giorni è stata chiarita da parte del commissario per il Mercato interno e i servizi Michel Barnier la posizione dell'Unione Europea indisponibile a considerare proroghe successive alla scadenza del 2020 per l'Italia, che non presenta le stesse caratteristiche della Spagna, in merito all'applicazione della direttiva europea sui servizi dati in concessione.
“Riteniamo a questo punto ineludibie l'apertura di un confronto utilizzando il tempo di proroga già accordato, confronto che deve svilupparsi con tavoli di approfondimento e verifica a livello regionale e locale, e del quale riteniamo di dover essere parte fondamentale” affermano in una nota la Filcams e la Cgil di Rimini. “Il tema delle concessioni di spiaggia può e deve diventare un'occasione per creare le basi di una effettiva riqualificazione dell'arenile, attraverso la scelta di raccordare le normative europee con l'esigenza di abbattere il peso della rendita di posizione, che costituisce oggi un freno e un limite alla necessità di investimenti nel settore.”
I bandi dovranno contenere punti irrinunciabili, secondo il sindacato, al fine di ridurre il peso della rendita, e al tempo stesso non aprire la strada a soggetti economici interessati esclusivamente alla speculazione o peggio legati alla criminalità.
“In primo piano va posta la tutela delle persone che lavorano e delle professionalità acquisite, del rispetto delle norme sul lavoro e dell'impegno a garantire la continuità lavorativa mantenendo l'applicazione dei contratti collettivi di lavoro sottoscritti dai soggetti maggiormente rappresentativi, per evitare che si estendano forme di sfruttamento come elemento di una competitività perdente per tutto il sistema, e si affermi invece un concetto di qualità del servizio e di qualità del lavoro. “
“Per quanto riguarda i concessionari attuali” conclude la nota, “riteniamo che l'aver ottenuto la proroga fino al 2020 , dovrebbe suggerire un atteggiamento più costruttivo e progettuale, finalizzato ad utilizzare gli anni futuri per creare le condizioni imprenditoriali per aspirare alla continuità, invece di continuare a pretendere politiche protezionistiche, a rischio di procedure d'infrazione da parte dell'Unione Europea a carico dei cittadini italiani.