Sull'ultimo numero di Diario Terziario della categoria, un bilancio dell'anno che si sta concludendo. Le interviste alla Segretaria Generale Maria Grazia Gabrielli e alla Segretaria Organizzativa Daria Banchieri Il 2014 è stato un anno importante per la Filcams, con il congresso, il cambio al vertice e il rinnovo parziale della segreteria nazionale. È l’anno della ripresa economica che non c’è stata, delle promesse non mantenute, della linea di un governo che sta seguendo una strada che spesso va in rotta di collisione con il sindacato. Ne parliamo per un primo bilancio con Maria Grazia Gabrielli segretaria generale della Filcams. Gabrielli Per la Filcams è stato un anno importante che traccia anche la prospettiva e il lavoro da svolgere nel prossimo futuro. Gli interventi del governo necessitano di mantenere costanti le forme di contrasto e l’elaborazione di proposte di merito da parte nostra, per invertire davvero la condizione del paese e la situazione di difficoltà che vive il mondo del lavoro. La distanza che abbiamo dovuto registrare tra noi e il governo può essere colmata solo se sarà riconosciuto il ruolo di rappresentanza e di proposta dei “corpi intermedi”, a partire dalle organizzazioni sindacali. Per il 2015 sono tre le macro questioni da affrontare: i consumi non crescono e i dati ci dicono che nel periodo natalizio siamo tornati ai valori del 1999, con buona pace dell’effetto salvifico attribuito alle liberalizzazioni degli orari del settore commercio. Se non ci saranno sostanziali modifiche al contenuto della legge di stabilità, tutto il settore dei servizi, legato in particolare ai tagli della pubblica amministrazione, vedrà un ulteriore peggioramento delle condizioni e una perdita di posti di lavoro. Un problema occupazionale drammatico che si trasforma anche in un peggioramento dei servizi ai cittadini; una razionalizzazione del sistema pubblico che rischia di non consegnarci efficienza, ma semplicemente un arretramento ulteriore. La terza e ultima questione è quella delle risorse: sarebbe necessario assumere il tema dello sviluppo e degli investimenti come centrale per la ripresa del paese. In questa centralità c’è il settore del turismo che può svolgere un ruolo molto più rilevante per la produzione di ricchezza, per la ripresa economica e per generare occupazione. Su questo continueremo a lavorare nelle prossime settimane e nel corso del 2015 con la consapevolezza che sul mondo del lavoro pesano negativamente le conseguenze del Jobs act. Una riforma che peggiora le condizioni esistenti e non migliora nei fatti le condizioni di chi oggi – giovani, disoccupati, precari, stagionali, part time involontari, partite iva etc – non ha pieni diritti e tutele. Una riforma permeata sul punto di vista dell’impresa escludendo invece le necessità delle lavoratrici e dei lavoratori. Una riforma del mercato del lavoro che non poggia sul riconoscimento e l’estensione dei diritti e delle tutele, non solo non è una buona riforma ma è assolutamente inutile ai fini della creazione di nuova e buona occupazione, in assenza di un’idea sulle politiche d’investimento e di sviluppo. Un quadro di riferimento che la Filcams vuole cambiare e per questo continuare a lavorare sul proprio ruolo di rappresentanza del mondo del lavoro, sull’ampliamento della partecipazione, su un’organizzazione inclusiva. La contrattazione è in stallo. Le trattative per il rinnovo contrattuale sono ferme, congelate alcune, mai iniziate altre, la prospettiva dei rinnovi contrattuali è ben lontana, con pesanti conseguenze per i lavoratori, sempre meno tutelati e con stipendi che non garantiscono spesso una condizione di vita dignitosa. La Filcams ha avviato una riflessione sulla contrattazione, per individuare modelli e forme inclusive per settori frammentati e delocalizzati, qual è la strategia ipotizzata per il futuro? Gabrielli Lo stato di difficoltà della contrattazione per i nostri settori è evidente, con 10 contratti nazionali di lavoro non rinnovati e che coinvolgono milioni di lavoratori. E l’attuale situazione, rischia di rendere ancora più difficile la possibilità di produrre un risultato contrattuale nei prossimi mesi. Per settori frammentati come quelli del commercio, dei servizi e del turismo il contratto nazionale di lavoro era, e resta, la forma di tutela e di uguaglianza nei trattamenti normativi e salariali dei lavoratori. Ma la capacità di risposta è messa in discussione nel momento in cui non si è nelle condizioni di produrre un risultato tangibile. Le associazioni datoriali si dividono perché ogni parte vuole affermare le proprie specifiche esigenze, con l’effetto di moltiplicare gli stessi contratti nazionali (come sta avvenendo nel turismo e nel terziario). Per tutte però c’è un unico comune denominatore: quello della destrutturazione dei diritti esistenti come naturale risposta alla crisi, un paradigma che costituisce una ricetta regressiva per cui a sostenere e pagare la condizione di difficoltà del paese sono ancora le lavoratrici e i lavoratori. Abbiamo bisogno soprattutto di pensare a un modello contrattuale in grado di rispondere e governare le esigenze di un settore. Quanto avvenuto fino ad oggi con la scomposizione della produzione, le esternalizzazioni, gli appalti, la precarietà e la difficoltà di accesso al lavoro rende necessario anche ragionare sull’efficacia di una diversa contrattazione, a partire da quella di sito e di filiera. Ma anche la presenza delle multinazionali impone una lettura che esce dai confini, provando a dare uno slancio diverso ad esempio agli accordi globali. Tanto è stato fatto, ma tanto è ancora da fare, soprattutto in un clima poco fiducioso verso il futuro e verso l’attività sindacale (grazie anche alla forte impronta mediatica del presidente del Consiglio spesso in contrasto con la Cgil). Quale vuole essere il ruolo della Filcams nel breve e medio periodo e quale le priorità da affrontare nel 2015? Gabrielli L’attività della Filcams resterà concentrata sulle questioni contrattuali a partire dai contratti nazionali, e nel dare continuità alle iniziative di contrasto al Jobs act e alla legge di stabilità, continuando a fare proposte e mantenendo alta l’attenzione sui temi della legalità e della corruzione. Per la Filcams il settore del turismo è centrale per contribuire al rilancio del paese e alla creazione di occupazione. Abbiamo bisogno di politiche di sviluppo e di occupazione, che significa anche parlare del lavoro in appalto. Per questo continueremo nella raccolta delle firme per la proposta di legge in materia, per poter parlare di appalti trasparenti e di garanzie occupazionali. La Filcams continuerà a battersi per una regolamentazione delle aperture domenicali e festive nel commercio e a farsi promotrice di nuove frontiere del lavoro, per un dialogo con i giovani, i precari e i migranti.