Cresce la preoccupazione dei lavoratori e dalla lavoratrici Robintur e Nuova Planetario, le due realtà più importanti nel panorama delle agenzie di viaggio e dei tour operator legati al mondo della cooperazione, che hanno avviato un processo di fusione e riorganizzazione. La fusione è una conseguenza del processo di accorpamento che ha coinvolto COOP Adriatica, Coop Nord Est e Coop Estense portando alla creazione di Alleanza 3.0, ed è maturata in un contesto in cui entrambe le aziende non avevano risultati economici positivi. Ecco quindi l’annuncio di un piano di riorganizzazione che punterebbe, secondo le prime informazioni date dall’azienda, a una riduzione dei costi e a un rilancio dell’attività commerciale. Le società (la fusione sarà effettiva dal primo gennaio) hanno chiesto di rivedere le condizioni economiche e normative previste dalla contrattazione integrativa, e hanno prefigurato la possibile chiusura delle agenzie e delle sedi che non sono ritenute redditive. Nei due incontri che si sono svolti a livello nazionale la Filcams Cgil ha espresso chiaramente le proprie posizioni, puntando sin da subito alla necessità di salvaguardare i posti di lavoro e di utilizzare tutte le leve per raggiungere questo scopo. In attesa del piano industriale definitivo, che verrà presentato alle parti sociali nei primi di gennaio, la società ha annunciato che vuole procedere alla chiusura della sede amministrativa di Nuova Planetario di Reggio Emilia, trasferendo l’attività e i lavoratori a Bologna. I lavoratori e le lavoratrici della sede hanno dichiarato lo stato di agitazione, e la Filcams è attiva per individuare alternative ai trasferimenti forzati, che comporterebbero, date le distanze, un licenziamento di fatto. Anche se l’azienda ha dato disponibilità a discutere della situazione di Reggio in un prossimo incontro, ha escluso da subito la possibilità di ricollocare le persone sul territorio, una posizione che riteniamo grave e che deve essere rivista. Anche le assemblee svolte a Bologna hanno registrato forte inquietudine dei lavoratori, che vogliono conoscere al più presto il piano industriale e dimostrare le loro solidarietà alla sede di Reggio, dando sin da ora la disponibilità ad azioni di mobilitazione. Nell’ultimo incontro, svoltosi il 21 di novembre, le aziende si sono impegnate a non compiere atti unilaterali prima della presentazione del piano industriale, ma l’attenzione rimane altissima e la necessità di avere risposte sul futuro occupazionale delle persone è impellente.