- per migliaia di lavoratori che già operano con turni senza limiti diurni e notturni, tutti i giorni dell’anno, pretendono di innalzare a 45 ore settimanali l’orario normale di lavoro del personale adibito ai servizi di piantonamento;
- vogliono ricorrere al lavoro a chiamata/intermittente sia per la vigilanza privata che per gli altri servizi di sicurezza e inserire nel contratto le flessibilità previste dal Jobs act;
- in un settore in cui si opera esclusivamente in regime di appalto (pubblico e privato), con abituali avvicendamenti tra un’impresa e l’altra, non intendono garantire la continuità occupazionale ed il mantenimento delle condizioni normative ed economiche: secondo loro, un lavoratore – solo per il cambio della divisa – dovrebbe vivere nella continua precarietà;
- per ridurre il costo del lavoro, intendono eliminare il pagamento del trattamento economico di malattia per i primi tre giorni e ridurre il periodo di comporto utile ai fini della conservazione del posto di lavoro;
- come se ciò non bastasse, di aumento salariale non se ne parla.
Senza contratto, non c’è sicurezza. Vigilanza privata in sciopero il 4 maggio
di Admin
sabato 28 novembre 2020
Le lavoratrici e i lavoratori delle vigilanza privata in sciopero il 4 maggio 2018 per rivendicare il diritto al rinnovo del contratto nazionale e per condizioni normative e salariali dignitose.
Il Contratto Nazionale di lavoro (CCNL) per i dipendenti da istituti ed imprese della vigilanza privata e dei servizi fiduciari è scaduto dal 31 dicembre 2015. Le associazioni nazionali dei datori di lavoro del settore, nel corso dell’incontro tenutosi il 27 febbraio 2018, dopo più di un anno di trattative, hanno presentato una serie di richieste che, se fossero complessivamente accolte, farebbero fare alla categoria un salto indietro di 30 anni.
Le proposte: