Le sirene spiegate delle forze dell’ordine e delle ambulanze hanno squarciato le strade attorno al Tribunale di Milano in una serena mattina del 9 aprile. I mezzi accorrono per impedire il prolungamento di un’azione partorita da una mente lucida, fredda e assassina di chi decide di sopprimere vite umane per cercare una via di scampo, una giustizia personale dal fiato corto e che, come sappiamo, ha avuto le ore contate. “Il mio pensiero, e quello di tutta la Filcams Cgil Milano, va alle famiglie delle vittime” ha dichiarato Massimo Bonini, Segretario generale della Filcams CGIL Milano, “Persone strappate alla vita, ai propri cari e ai propri affetti attraverso un gesto di follia mentre svolgevano il loro lavoro e il loro compito di cittadini. A loro il nostro cordoglio e il nostro ricordo. Ma il mio pensiero è rivolto anche a tutte quelle persone che ogni giorno si recano in quello stesso Tribunale e cercano di evitare che tutto questo accada.” “Assieme a tutta la Filcams sono vicino anche a loro” prosegue il segretario, “persone invisibili anche se portano una divisa non convenzionale. Li troviamo agli ingressi. Li percepiamo come una seccatura, una perdita di tempo rispetto ai nostri ritmi frenetici. Controllano, verificano, scrutano. Quotidianamente svolgono il loro difficile compito di controllo agli ingressi del Tribunale di Milano. Sono guardie giurate private armate e non armate. Ieri è stato un momento difficile e ci stringiamo anche attorno a questi lavoratori perché oggi molti sguardi puntano verso quelle divise, contro chi, per uno stipendio da fame, svolge un compito delicato e rischioso”. L’ingresso di via Manara, attraverso il quale l’assassino è entrato, è presidiato da guardie non armate. L’ingresso è riservato agli avvocati e ai giudici e non sono previsti controlli attraverso il metal detector. Si mostra il cartellino e si passa. Massimo Bonini si chiede se non si tratti di una strage annunciata in un contesto di continue tensioni sociali che spesso si riversano nelle aule di Tribunale nelle numerose controversie di lavoro ma non solo: “Giudicare non è il nostro compito e auspichiamo che le indagini facciano il proprio corso e accertino ogni livello di responsabilità. Ci chiediamo come mai l’appalto del Tribunale di Milano non preveda l’esclusivo utilizzo di guardie giurate armate come previsto dal Decreto Ministeriale n. 269 del 2010. Ci chiediamo chi abbia deciso, o fatto pressioni, affinchè a quell’ingresso non siano stati previsti controlli approfonditi come negli altri varchi. Il Tribunale è considerato un sito e un obiettivo sensibile e queste leggerezze non possono essere contemplate. La responsabilità non è certo di chi si sveglia la mattina e cerca di eseguire al meglio le procedure previste nei capitolati di appalto.” E proprio sul tema degli appalti si concentra l’azione della Filcams Cgil Milano e di tutta la Cgil attraverso la proposta di Legge popolare per migliorare le condizioni dei lavoratori. “Quella proposta risulta essere la strada migliore per risolvere una volta per tutte la spirale negativa che si crea negli appalti pubblici: meno risorse, meno controlli e purtroppo meno sicurezza. Questa situazione negativa colpisce i diritti e le condizioni di lavoro ma colpisce direttamente anche i cittadini. E’ ora di dire basta! Noi lottiamo per un sistema di lavoro in appalto rispettoso delle regole contrattuali e delle leggi, trasparente e legale. Siamo certi che se tutto questo accadesse assisteremmo a meno notizie di cronaca come quelle vissute nella dolorosa giornata di ieri”