Bassilichi, società tra i principali operatori nell'ambito dei payments e dei business services, ha comunicato la decisione di voler dividere l’azienda in 3 parti ed aprire una procedura di licenziamento collettivo volontaria per circa 100 lavoratori. Circa 240 addetti confluirebbero in una società denominata Ausilia S.r.l, che sarà attiva nel settore delle back office bancario, capogruppo di Fruendo Srl (ex back office del Monte dei Paschi di Siena), 250 addetti in una Newco che sarà attiva nel settore del Contact Center, ambito nel quale viene prestata, ad esempio, assistenza tecnica agli esercenti sui terminali POS. La terza parte rimarrebbe nel perimetro Bassilichi diventando presidio NEXI, a completamento del piano di ristrutturazione. Preoccupazione dei lavoratori e dei sindacati che si sono confrontati con l’azienda ma in due tavoli disgiunti: prima la Fiom Cgil e poi la Filcams e Fisac Cgil insieme. Più volte e persino con richiesta scritta, le tre Federazioni Cgil hanno chiesto di affrontare questa azione di scorporare parte dell’azienda congiuntamente, in quanto i lavoratori che dovranno far parte della Nuova Azienda provengono da i 3 Contratti Nazionale diversi - seguiti appunto da Filcams, Fisac e Fiom Cgil – ma l’azienda non ha intenzione di unire i tavoli. Ormai da anni la Bassilichi, ha modificato il proprio assetto societario, ma senza fornire un piano industriale strutturato, che all’ultimo incontro ha presentato delle Linee guida di intenzione dove si evincono garanzie occupazionali e territoriali per i lavoratori interessati dalla cessione, ma per un massimo di 12 mesi. Le organizzazioni sindacali hanno richiesto fin da subito l'assunzione di responsabilità non solo a Bassilichi, ma anche alla controllante NEXI (che si candida ad essere il primo Player Nazionale nel settore dei pagamenti digitali). “Con l'acquisizione di giugno 2017, erano state prospettate ampie possibilità di sviluppo mentre oggi si è intrapresa la direzione opposta, ovvero l'allontanamento dal perimetro NEXI di centinaia di lavoratori e di attività del core business” affermano Filcams e Fisac preoccupati per le mancate garanzie per il futuro. “Per questo, forti del sostegno dei lavoratori, siamo pronti a mettere in campo tutte le azioni necessarie che vadano verso la risoluzione della vertenza”.