14 ottobre 2010


Trattativa Contratto Nazionale Terziario: tanti ostacoli da superare

Si profila tutta in salita la trattativa per il rinnovo del Ccnl Terziario Distribuzione Servizi. Dopo la presentazione delle tre piattaforme separate da parte delle organizzazioni sindacali, la risposta di Confcommercio ha teso ad evidenziare subito le difficoltà che incontrerà il negoziato. Oltre a quelle derivanti da uno stato delle relazioni sindacali non molto positive, in particolare per le conseguenze dell’accordo separato sulla riforma del modello contrattuale, la trattativa è condizionata dalle difficoltà derivanti dal perdurare della crisi dei consumi, che non sembra intravedere all’orizzonte prospettive di miglioramento.
Nell’incontro di mercoledì 13 ottobre presso la sede di Confcommercio, dedicato alla formulazione di una tabella di marcia tematica, con l’obiettivo di procedere al rinnovo del Ccnl in tempi brevi, sono apparsi chiari gli ostacoli che dovrà provare a superare il negoziato.
“Su un punto le parti sembrano trovare alcune prime convergenze peraltro già dichiarate prima dell’inizio del confronto” ha dichiarato Franco Martini segretario generale della Filcams Cgil Nazionale “l’esigenza di procedere ad una ristrutturazione dell’architettura contrattuale, per renderlo più coerente alle trasformazioni intervenute nel settore in questi anni. Ma, dichiarato l’obiettivo condiviso, la materia si profila in tutta la sua complessità, difficilmente esauribile in tempi brevi.”
I problemi maggiori, tuttavia, sono legati all’intenzione, dichiarata da Confcommercio, di affidare al nuovo Ccnl il compito di recuperare i margini di produttività, attestati –secondo la posizione dell’Associazione di Piazza Belli- ai livelli più bassi rispetto ai competitori degli altri paesi.
“La posizione delle controparti evidenzia non poche contraddizioni e si presenta inaccettabile, per come al momento è stata enunciata” prosegue Martini “Inaccettabile, perché prefigurerebbe una manovra di abbattimento dei costi contrattuali, attraverso l’abbassamento della soglia delle tutele, attualmente previste; contraddittoria, poiché si porrebbe in alternativa allo sviluppo del secondo livello di contrattazione, terreno più congeniale per intervenire sulla realtà concreta, favorendo il governo efficace della flessibilità, finalizzata agli incrementi di produttività.”

Il sindacato si è dichiarato fin dal primo momento disponibile ad accettare la sfida della produttività, che non può, però, essere declinata solo sul versante del lavoro, attraverso interventi penalizzanti le attuali condizioni e le tutele delle lavoratrici e dei lavoratori. La produttività è la risultante di un processo organizzativo che assume le innovazioni di prodotto e di processo, quale terreno di coinvolgimento tanto del lavoro, quanto dell’impresa. E pone, anche, l’esigenza di collocare questa sfida, dentro il contesto di una rinnovata politica di sviluppo della rete distributiva, tema del tutto estraneo all’agenda del Governo.

Se il primo incontro, svolto tra delegazioni ristrette, doveva servire a profilare l’itinerario della trattativa, la stessa sembra di difficile decollo, se non verranno rimosse alcune pregiudiziali, che –di fatto- equivarrebbero alla cancellazione delle piattaforme sindacali.
Per queste ragioni, le parti si sono riservate una nuova verifica sulle condizioni di avvio della trattativa, dandosi appuntamento al 26 ottobre.
La Filcams opererà le prime valutazioni sulla situazione del negoziato nel suo Direttivo Nazionale del 18-19 ottobre e nella delegazione trattante, che verrà convocata nei prossimi giorni.