12 Marzo 2010



Tributi Italia SpA: con un accordo di cassa integrazione straordinaria in deroga per 605 lavoratori si chiude la procedura di riduzione del personale aperta dall'azienda.

Il 9 marzo è stato sottoscritto, presso il Ministero del Lavoro, un accordo tra le Organizzazioni Sindacali e la Tributi Italia SpA che prevede un intervento di cassa integrazione in deroga per i lavoratori attualmente in forza presso l’azienda.
L’intesa, con la quale si chiude di fatto la procedura di licenziamento collettivo aperta dall’azienda nel febbraio scorso, contempla dal 15 marzo la sospensione per 12 mesi dell’attività lavorativa a zero ore e riguarda un numero massimo di 605 dipendenti, occupati presso le diverse sedi e agenzie di Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Emilia Romagna, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Piemonte, Puglia, Sardegna, Sicilia, Toscana e Veneto.
Per un numero massimo di dieci lavoratori, individuato sulla base del criterio della volontarietà, sarà invece prevista la permanenza in servizio per il disbrigo dell’attività corrente.
L’azienda si è inoltre impegnata ad agevolare in ogni modo l’eventuale ricollocazione dei lavoratori presso nuovi soggetti affidatari dei servizi attualmente gestiti per conto dei comuni o di altri enti locali e, riconoscendo la sussistenza del debito consistente nelle mensilità ad oggi non corrisposte, a compiere ogni possibile sforzo volto a limitare la situazione debitoria nei confronti dei lavoratori.
Lo stesso accordo impegna infine le parti ad incontrarsi entro il mese di settembre 2010 al fine di valutare l’andamento della situazione aziendale e di effettuare una verifica rispetto all’intervento di cassa integrazione.
Definito il percorso di chiusura della procedura di mobilità con la garanzia di una forma di sostegno al reddito per centinaia di lavoratori che non percepivano retribuzione da svariati mesi, la priorità è ora costituita dalla prosecuzione del confronto sul futuro occupazionale dei dipendenti Tributi Italia, con le due scadenze ravvicinate rappresentate dal pronunciamento del giudice fallimentare rispetto all’ammissione al concordato preventivo e del Consiglio di Stato sulla cancellazione della società dall’albo dei riscossori. Confronto rispetto al quale risultano imprescindibili un coinvolgimento ed un’assunzione di responsabilità da parte delle amministrazioni locali e dello stesso Ministero delle Finanze che, alle reiterate richieste di incontro da parte delle Organizzazioni Sindacali per affrontare la questione, ad oggi non ha fornito alcun riscontro.

L'Accordo