La multinazionale statunitense del food delivery continua a rifiutare il confronto sul piano di gestione degli esuberi, oggi a Milano prima udienza delle Class Action
“È gravissimo che a poche ore dall’udienza, omettendo qualsiasi confronto sul piano di gestione degli esuberi imposto dalla legge sulle delocalizzazioni, Uber Eats si sia nuovamente sottratta al suo dovere sociale impedendo ai rider di avere accesso alle minimali forme di tutela previste per tutti i lavoratori.” Così NIdiL Filt e Filcams CGIL in una nota.
Il tribunale di Milano, sezione per le imprese, ha esaminato oggi le due Class Cction promosse da NIdiL Filt e Filcams CGIL nell’ambito della controversia che vede da tempo le organizzazioni sindacali impegnate a tutelare gli oltre 4.000 rider che hanno perso il lavoro nel luglio 2023, a seguito della decisione della multinazionale americana Uber Eats di abbandonare il mercato italiano.
Dopo l’improvvisa disattivazione dei lavoratori dalla piattaforma i sindacati hanno ottenuto la condanna della società a ripristinare i rapporti di lavoro imponendo che Uber Eats avviasse una procedura di confronto finalizzata ad assicurare ai rider l’accesso alle forme di tutela del reddito e ai processi di riqualificazione.
La multinazionale americana si è tuttavia costantemente sottratta agli ordini dei giudici omettendo di presentare il piano di gestione degli esuberi previsto in caso di delocalizzazione. NIdiL Filt e Filcams CGIL sono state quindi costrette a promuovere due Class Action con le quali richiedere, nell’interesse dei rider, un risarcimento per la perdita del lavoro e al contempo ottenere l’adozione del piano.
Dopo mesi di silenzio e nonostante gli inviti del Ministero del Lavoro, del Ministero del Made in Italy e delle Regioni coinvolte, che sollecitavano Uber Eats a proporre soluzioni alla crisi occupazionale, la società ha inoltrato ieri in tarda serata una laconica comunicazione con la quale informava i sindacati che “Nessun piano nelle condizioni date poteva essere presentato nel contesto previsto da detta normativa”.
“Un comportamento gravissimo e del tutto ingiustificato - dichiarano Roberta Turi, Danilo Morini e Roberto Brambilla per NIdiL Filt e Filcams CGIL - Valuteremo con estrema urgenza le iniziative da intraprendere, anche di mobilitazione, per opporci a questa ennesima violazione dei diritti dei rider”.