Si è tenuto a Firenze, il 14 gennaio, l’incontro con Unicoop Tirreno per proseguire il confronto sul piano industriale. L’impresa cooperativa ha presentato il dettaglio di quanto aveva preannunciato il 20 Dicembre 2016: la chiusura di 13 unità produttive, la cessione di 8 punti vendita e la recessione del contratto integrativo per intervenire sul costo del lavoro. È noto che Unicoop Tirreno ormai da anni è in uno stato di crisi che ha divorato milioni di euro di patrimonio e che sarebbe necessario un piano di risanamento:  “Più volte abbiamo esortato la dirigenza di Unicoop Tirreno ad un piano attendibile” afferma Alessio Di Labio, della Filcams Cgil Nazionale “abbiamo invece assistito alla presentazione di innumerevoli piani approssimativi che non sono mai stati portati a termine. Le uniche azioni fatte sono state la cessione di punti vendita che hanno spesso prodotto esuberi e peggioramenti delle condizioni di lavoro.” “Adesso ci viene presentato un conto per i lavoratori insostenibile. Circa 600 persone in esubero sono una quantità drammatica.” La timida disponibilità ad utilizzare un ammortizzatore sociale non rappresenta la soluzione al problema, ne è immaginabile che gli strumenti di incentivo all’esodo o di prepensionamento possano essere sufficienti. Inoltre l’intervento drastico sulla contrattazione integrativa è un atto che evidenzia quanto questa riorganizzazione non investa sulle risorse più importanti che ha questa cooperativa: le persone. Il taglio sul costo del lavoro e sull’occupazione sono la leva principale su cui il piano punta per recuperare liquidità. Filcams Fisascat e Uiltucs hanno immediatamente dichiarato l’impossibilità a condurre un negoziato che si ponga obiettivi così traumatici per l’occupazione e per la dignità dei lavoratori. I sindacati hanno chiesto alla cooperativa un piano di rilancio che non parli solo di tagli ed esuberi, un piano di risanamento deve contenere politica di sviluppo, un nuovo modello organizzativo che superi le inefficienze note a chiunque.  Nulla di tutto è stato presentato. Le dichiarazione di tagli sul gruppo dirigente di Unicoop Tirreno, il principale responsabile dello stato di crisi della cooperativa, appare del tutto irrisorio: a fronte dell’uscita di due dirigenti ne sono stati assunti quattro. A queste condizioni non ci sono margini di negoziazione pertanto Filcams CGIL, Fisascat CISL e Uiltucs, dando seguito allo stato di agitazione, proclamano 8 ore di sciopero. Verranno indette assemblee in tutti i luoghi di lavoro e promosse tutte le azioni che possano consentire la salvaguardia dell’occupazione e la dignità dei suoi dipendenti.