Di Maio: “Entro l’anno domenica e festivi con i negozi chiusi” Ma secondo la Conad la decisione del governo potrebbe mettere a rischio 50 mila posti di lavoro creati dalla grande distribuzione Nel 2019 gli italiani dovranno cambiare le loro abitudini, la domenica. Si va al centro commerciale per un acquisto, per tenere i bambini al sicuro e prendere un gelato, per guardare la partita al maxi schermo? Non è detto. Già entro l’anno, Luigi Di Maio conta di portare a casa una nuova legge sulle aperture dei negozi. Il vice premier immagina uno «stop nei week-end e nei giorni festivi», quando l’orario «non sarà più liberalizzato» come è adesso e scatteranno delle «turnazioni». Le due proposte di legge di maggioranza - della Lega a firma Saltamartini e dei 5 Stelle (a firma Crippa) - non riguardano i soli centri commerciali, ma i negozi di ogni ordine e grado. Le due forze di maggioranza vogliono intanto il ritorno alla chiusura domenicale, per tutti. Conserveranno una piena libertà di apertura i soli piccoli esercizi «delle località turistiche, dei Comuni montani e le attività balneari» (la Lega); e gli «esercizi ricadenti nei Comuni a carattere turistico» (i 5 Stelle). Sia i leghisti sia i grillini, poi, vogliono che le Regioni varino dei piani. Permetteranno l’apertura dei negozi e dei centri commerciali, ma per pochi giorni l’anno tra domeniche e festivi (come spiega la scheda a sinistra). La Lega scrive che le nuove regole vogliono restituire alle famiglie il piacere di «passeggiare all’aria aperta». Monsignor Bregantini, arcivescovo di Campobasso, dice (forse meglio) che questo stop alle aperture «può ridare vita a una economia di prossimità, quella delle uscite fuori porta, delle visite ai borghi». I leghisti puntano, poi, a salvaguardare i piccoli negozi dalla concorrenza sleale delle grandi catene. Anche i 5 Stelle guardano alle botteghe di quartiere che hanno conosciuto una morìa inarrestabile. Nell’ordine dei 59 mila negozi chiusi, tra il 2008 e il 2017. Le due forze politiche, però, sembrano sottovalutare gli effetti sull’occupazione delle loro proposte. Francesco Pugliese, ad e direttore generale della Conad, pronostica la sparizione di 50 mila posti di lavoro, dei 450 mila che la grande distribuzione ha creato. La sindacalista Maria Grazia Gabrielli (della Filcams-Cgil) non è contraria alla chiusura nei giorni festivi e alla turnazione di domenica. Ma in queste domeniche di apertura - aggiunge - la vera battaglia sarà garantire ai lavoratori il giusto surplus in busta paga. Benedetto Della Vedova, coordinatore di +Europa (Bonino) definisce «classista» il progetto grillino-leghista perché toglie a 19 milioni e mezzo di italiani, i frequentatori degli ipermercati la domenica, la possibilità di fare acquisti low cost. Della Vedova avverte anche che la chiusura domenicale è un fenomenale assist ad Amazon, che aumenterà le vendite online. In verità la proposta grillina si pone questo problema. Prevede che le persone possano fare un acquisto in Rete la domenica, ma il bene non potrà essere spedito fino al lunedì.